Condannati Picone e Battaglia
Maxi risarcimento alla Pigna

Si è concluso con la condanna dei due imputati il processo relativo alla truffa milionaria alle Cartiere Pigna di Alzano Lombardo: un «bidone» di 4 milioni e mezzo di euro, datato 2003, per fantomatiche commesse di materiale scolastico in Venezuela. Filippo Battaglia è stato condannato a 3 anni e 6 mesi mentre Joseph Picone a 2 anni e 8 mesi (pena indultata). Alla Pigna è stato assegnato un risarcimento provvisionale di due milioni 693 mila euro. Per quanto riguarda la posizione di Giorgio Paglia, il magistrato ha disposto il trasferimento degli atti al pm.

La mattinata di lunedì è stata dedicata agli interventi dei due difensori di Joseph Picone e Filippo Battaglia, i due procacciatori d'affari accusati e per i quali è stata chiesta una pena di tre anni. L'avvocato Gianfranco Lenzini, legale di Picone, ha sottolineato come il perno della truffa sia stato Giorgio Paglia, all'epoca amministratore delegato della Pigna, e che il milione e 740 mila euro dati a Picone da Paglia siano finiti in realtà a Carillo Pesenti Pigna, all'epoca presidente della cartiera. Picone sarebbe stato dunque preso in mezzo.

L'avvocato Lenzini ha bacchettato inoltre la Procura che avrebbe perso 5 anni per un gioco dell'oca che ora rischia di far cadere il processo in prescrizione nel 2011. Perché Paglia era stato inizialmente indagato, ma poi la Procura aveva chiesto e ottenuto l'archiviazione. Salvo infine chiedere, nella scorsa udienza, che Paglia torni sotto inchiesta.

Quanto a Filippo Battaglia, l'avvocato Chiara Bezzi ha domandato l'assoluzione perché il fatto non sussiste. Il mancato accordo per 30 milioni di dollari con il Venezuela per le commesse di materiale scolastico sarebbe da imputare a un affare andato male e nulla più che rientra nel classico rischio d'impresa e che Battaglia aveva intascato 800 mila euro per la sua opera di mediatore. 

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