La scomparsa di Citaristi: i primi commenti

Valerio Bettoni, presidente della Provincia di Bergamo: «Ho potuto apprezzare da vicino l’impegno amministrativo del senatore Citaristi quando, a metà degli anni ’70, guidava la Provincia di Bergamo. Di lui ricordo l’impegno, la volontà di fare, la concretezza: tratti distintivi della sua persona. Sapeva andare al sodo delle cose: la vita, purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, non lo ha certamente aiutato. La gente bergamasca non può che ricordarlo con riconoscenza e simpatia».Pierluigi Castagnetti, presidente dei deputati della Margherita: «La notizia della morte mi riempie di dolore. Gli ero personalmente legato. Citaristi era l’espressione del costo soprattutto personale che le vicende della stagione cosiddetta di Tangentopoli hanno lasciato sulla pelle di alcuni uomini della prima Repubblica. Era persona perbene, generosa che non ha mai approfittato del suo ruolo e che ha pagato prezzi ingiusti, e ancor più ingiusti anche perché è stato caricato di responsabilità che non gli appartenevano».Oscar Luigi Scalfaro, presidente Emerito della Repubblica: «Una persona che merita un rispetto assoluto. Un uomo di cui non si è mai pensato che abbia potuto approfittare di una lira. Credo che non abbia ricevuto la molta solidarietà che meritava. Dal canto mio non ho mai cessato la mia amicizia con lui, amicizia di cui sono onorato»Renzo Lusetti, vice capogruppo della Margherita alla Camera: «Ricordo Severino Citaristi come un grande uomo prima ancora che un grande politico. Generoso, onesto, rigoroso con sè stesso prima ancora che con gli altri, un uomo d’altri tempi che ha fatto della politica uno strumento da mettere a servizio dei cittadini. È stato sempre molto vicino ai giovani credendo nel loro impegno civile e politico. La sua vicenda umana e politica ha conosciuto momenti di immeritata sofferenza negli ultimi anni cui ha reagito sempre con grande dignità, trovando sempre conforto nella sua profonda fede».Enzo Carra, parlamentare della Margherita: «Uomo probo e onesto, da segretario amministrativo della Democrazia Cristiana fu trasformato, tragicamente per lui, in capro espiatorio e pagò per tutti, anche per gli ingiusti. Nel momento della sua morte è bene riflettere, tanti anni dopo, sulla sua sventurata fine politica». Rocco Buttiglione: «Anche se non ho vissuto direttamente la stagione di Citaristi, ho avuto modo di sperimentare la sua grande correttezza e umanità. È stato sicuramente un uomo che ha dato molto sul piano personale all’ideale democratico cristiano assumendo un ruolo scomodo per il quale ha pagato ingiustamente con una correttezza ed una onestà personale che anche i più accaniti avversari gli hanno dovuto riconoscere».Gianfranco Rotondi, segretario della Democrazia Cristiana: «È stato un martire. In lui si è compiuta la grandezza della Dc: ha sostenuto il carico del servizio disinteressato reso alle sue idee. La Democrazia Cristiana si inchina alla sua memoria ed esprime vicinanza alla famiglia e in particolare al fratello nostro dirigente della Dc di Bergamo».Pier Ferdinando Casini, presidente della Camera: «Era un galantuomo»Lorenzo Cesa, segretario dell’Udc, ha chiesto alla conferenza programmatica del partito di osservare un minuto silenzio «per un grande amico, una persona perbene». «Lo ricordo con grande affetto» - ha detto il segretario dell’Udc.(10/02/2006)

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