Pedrengo, più aziende che case
5800 abitanti, 4000 posti di lavoro

«Siamo cinquemila e ottocento abitanti, possiamo dire che il paese offre lavoro a tutti, anzi, di più. La zona produttiva del paese è più grande di quella residenziale... Si può calcolare che Pedrengo offra complessivamente più di quattromila posti di lavoro (tremila e ottocento sono soltanto i lavoratori dipendenti) mentre la popolazione attiva è sulle duemila e cinquecento persone». Gabriele Gabbiadini è un sindaco giovane, ha 35 anni, parla nel suo ufficio in Comune davanti alla mappa del territorio del paese.

Con lui c'è il vicesindaco Adriano Nava, 56 anni, che si occupa in particolare dell'urbanistica. Gabbiadini e Nava hanno in comune una grande passione, il ciclismo, e una preoccupazione: mantenere l'identità del paese evitando che diventi una semplice propaggine della città, un anonimo centro dell'hinterland. Sebbene non confini direttamente con Bergamo e si trovi al di là del Serio, Pedrengo è comunque considerato parte della prima cintura che sta attorno al capoluogo.

Nel 1997 a Pedrengo vivevano 4.857 anime, oggi sono mille in più. Dal 1951 la popolazione si è quasi quadruplicata. Dice il sindaco Gabbiadini: «Il nostro territorio è limitato, è di circa tre chilometri quadrati e mezzo, di spazio verde non ne resta molto. Sono già in programma nuove edificazioni per piani approvati dalla precedente amministrazione. Nella zona nord verso Scanzo sono stati costruiti otto edifici, ciascuno di quattro piani che ospiteranno altre duecento persone, edifici costruiti su un'area industriale dismessa. Un'altra area di espansione residenziale è quella fra le vie Berizzi e Ceresa. In via Montanelli si stanno completando tre zone residenziali. Non prevediamo ulteriori espansioni anche perché arrivando a quota settemila abitanti il Comune dovrebbe dotarsi di altre infrastrutture e il territorio è limitato. Per esempio, la scuola materna è già insufficiente, sebbene costruita di recente».

Adriano Nava sottolinea che a questo punto è importante puntare su uno sviluppo della qualità del territorio. E in questo senso è positivo che l'azienda di recupero dei materiali inerti che si trova lungo la sponda del Serio abbandoni quell'area in cambio di un'altra, magari anche più grande, nella parte est del paese, verso la superstrada. In questo modo il paese completerà la fascia verde sul fiume, e si salderà la sponda con il l'area del centro sportivo e del parco. Un bel polmone. Che si aggiunge alle sponde del fiume, uno sviluppo lineare di circa due chilometri fra i territori di Seriate, a sud, e di Scanzorosciate, a nord, che diventeranno percorribili.

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