Villaggio degli Sposi in lutto
E' morto don Achille Angioletti

Ha chiuso gli occhi nella sua parrocchia. E il «sua», in questo caso, non può essere solo un aggettivo possessivo ma la parola che racchiude la vita di don Achille Angioletti. Il «sua» dice delle origini, della giovinezza, della maturità di questo parroco che a 68 anni se ne è andato con la comunità nel cuore. Il Villaggio degli Sposi - fondato da quel santo sacerdote che è stato don Bepo Vavassori - piange don Achille Angioletti che lo ha visto crescere fino a diventarne la guida.

La parrocchia di San Giuseppe è stata fondata cinquant'anni fa e don Achille era già lì. «Allora avevo diciotto anni, ero l'unico ragazzo in seminario», aveva detto a un cronista de L'Eco lo scorso ottobre in occasione dell'anniversario. Vi celebrò la sua prima Messa. E nel 1993 don Achille rientrò al Villaggio come parroco. Fino ai giorni nostri, fino ai giorni della malattia che a dicembre l'aveva obbligato al ricovero. Un ricovero forzato perché lui - come tutti i sacerdoti felici della loro vocazione - non avrebbe mai lasciato la parrocchia. Figurarsi in tempo di Avvento con le feste di Natale alle porte. «Non sia mai che un parroco lasci sola la propria parrocchia, i propri figli», aveva detto. Ma la stanchezza e i malori improvvisi avevano preso il sopravvento. Era stato un mese alla clinica San Francesco dove tutti i giorni celebrava la Messa del pomeriggio. E a chi andava a trovarlo diceva: «Sono contento perché ho sempre celebrato la Messa, anche a Natale, è stato bello. Ma penso continuamente al Villaggio».

L'ultima testimonianza lasciata ai suoi fedeli: sacerdote malato ma con il sorriso sulle labbra per l'incontro quotidiano con Cristo. E i fedeli hanno iniziato ad affollare la clinica e a tempestare di sms il suo telefonino. Tanto che don Gianmarco Vitali, in questo periodo al Villaggio insieme al diacono don Daniele Scandella per sostenere la parrocchia, ha dovuto dire dall'altare: «Non esagerate, cento persone al giorno nella stanza della clinica sono troppe». Troppe, ma mai sufficienti per un abbraccio a quel sacerdote che, pur con i difetti di tutti noi uomini, ha speso la sua vita per il Villaggio fino a chiedere di poter rientrare nonostante la malattia. L'ultimo momento di felicità sacerdotale l'ha vissuto sabato pomeriggio quando il vescovo Beschi ha cresimato i ragazzi della terza media.

Don Achille ha voluto esserci, era molto contento, desiderava tanto essere accanto ai suoi ragazzi. Il mattino dopo ha celebrato la Messa festiva delle 9, ma nella notte tra domenica e ieri è stato colpito da una grave emorragia. Suor Anna, la sorella che lo assisteva, ha chiamato l'ambulanza. Trasportato all'ospedale, è entrato in coma e non si è più ripreso. Ieri mattina, don Achille ha ricevuto l'unzione degli infermi dal vicario generale, don Davide Pelucchi, poi ieri sera verso le 22 il suo cuore si è fermato. La salma sarà esposta a partire da stamattina nella parrocchiale di San Giuseppe all'interno della cappelletta a sinistra dell'altare. Don Achille Angioletti lascia nel dolore due fratelli e cinque sorelle tra le quali, la canossiana madre Anna.

Don Angioletti era nato a Colognola il 16 agosto 1941. Dopo l'ordinazione sacerdotale (28 giugno 1967) fu coadiutore parrocchiale di Spirano (1967-71) e di Verdello (1971-81), quindi parroco di Crespi (1981-89), di Cisano (1989-93) e, dal 1993, parroco al Villaggio degli Sposi. Comunità che ha tanto amato fino all'ultimo giorno della sua vita.

Bruno Bonassi

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