Sequestrato laboratorio cinese
Denunciato il titolare, due espulsi

Sessanta metri quadrati di un laboratorio tessile non a norma si sono trasformati nell'abitazione di cinque operai cinesi, che lì vi avevano trovato anche un lavoro. Succede ad Albano Sant’Alessandro, al piano terra di una vecchia palazzina in via Tonale, al numero civico 49. Un angolo di degrado a cui ha messo fine, martedì pomeriggio, la polizia intercomunale dei Colli, che ha posto sotto sequestro penale il laboratorio tessile e i suoi 20 macchinari.

Il locale non rispettava i requisiti igienico-sanitari previsti dalla legge. I sigilli sono stati applicati anche per l'inottemperanza alla legge in materia di antinfortunistica sul lavoro. Il laboratorio tessile è gestito da un 32enne di origine cinese e residente ad Albano: per lui è scattata una denuncia a piede libero per l'inadeguatezza del locale e per sfruttamento del lavoro di immigrati irregolari. Infatti all'interno della piccola fabbrica avevano trovato lavoro 5 operai di nazionalità cinese, tutti senza fissa dimora. Due di questi sono risultati sprovvisti di permesso di soggiorno e dovranno abbandonare l'Italia nel giro di 5 giorni.

Dai controlli è risultato che il laboratorio tessile si trova in una struttura i cui requisiti igienici non sono adeguati sia per un luogo di lavoro che per un'abitazione. L'impianto termico di climatizzazione è inesistente, costringendo i cinque operai-inquilini a rimanere al freddo giorno e notte. Il locale non era stato nemmeno messo in sicurezza per evitare eventuali infortuni sul lavoro. Il gestore del laboratorio tessile potrà riavviare la sua attività solamente se metterà in sicurezza il locale e i suoi impianti.

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