Valoti (Cai): «Mai muoversi
su terreni non ancora battuti»

«La regola base da inchiodare sulla porta, prima di andare in montagna attratti da una bella giornata di sole invernale? Che a seguito di una nevicata fresca, più o meno abbondante come quella di venerdì, non è sicuro, corretto e responsabile, muoversi su terreni non battuti, anche se il desiderio di lasciare la propria "firma" sulla polvere bianca è irresistibile».

Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, è da tempo impegnato nella prevenzione dei rischi in montagna. Convinto che, oltre alla preparazione, per evitare le tragedie sulla neve serva il buonsenso. Domani (alle 20,45) al Palamonti ci sarà la guida Cesare Cesa Bianchi, proprio per presentare «buone prassi» in quota.

«Già il 19 gennaio c'è stata la Giornata nazionale di sensibilizzazione sul pericolo valanghe, e l'attenzione è sempre altissima con iniziative continue che vogliono creare una "coscienza" del pericolo valanghe, oltre che le capacità per affrontarlo». Sembra, però, che la coscienza del rischio non ci sia ancora. «La montagna ha un fascino incessante, ma questa attrazione espone a rischi che possono avere conseguenze gravi per sé e per gli altri».

Un fascino che aumenta quando ci sono il sole e la neve fresca. «Le analisi dimostrano che la maggior parte degli incidenti si verifica durante la giornata o le giornate dopo nevicate più o meno abbondanti, quando magari le temperature si alzano, e il vento contribuisce a "costruire" valanghe, spostando volumi di neve da un versante all'altro. Ecco, è proprio in queste giornate che si raccomanda, anche agli scialpinisti, di non uscire dai tracciati battuti».

Il rischio valanghe resta altissimo anche per oggi. I bollettini meteo aiutano a mettere in guardia o ormai non sono più un deterrente? «I bollettini sono strumenti seri, ma danno una valutazione media del rischio. Il sistema della riduzione del rischio si compone di tre fattori. Primo, proprio, il bollettino valanghe, che dice indici oggettivi, però medi, e quindi possono valere per una zona e non per l'altra. Secondo, prima di andare in montagna studiare sulle cartine i percorsi più adatti, i versanti, le creste. Terzo, e più importante perché fa la differenza per la sicurezza, è il tracciato sul terreno. Se c'è neve fresca la tentazione di essere i primi ad aprire piste e percorsi è forte, ma bisogna resistere perché il pericolo è reale, con le conseguenze gravi anche degli episodi di questi giorni». Be.Ra.

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