No al raddoppio dell'inceneritore
Presidio di Legambiente a Trezzo

Il 27 gennaio è stata convocata la Conferenza di servizi convocata da Regione Lombardia in merito alla richiesta di ampliamento dell'inceneritore di Trezzo sull'Adda da parte della società Prima Srl, che prevede la costruzione di due linee aggiuntive di trattamento con potenzialità pari a oltre 190.000 t/anno che andrebbero ad aggiungersi alla capacità attuale di 165.000 t.

«Il raddoppio dell'impianto di Trezzo sull'Adda, che tratta rifiuti urbani indifferenziati provenienti dalle provincie di Milano e Monza Brianza, impedirà il raggiungimento di obiettivi coerenti con le disposizioni nazionali e comunitarie, che presuppongono una gestione integrata e sostenibile dei rifiuti basata sulla riduzione dei rifiuti prodotti e sul riciclaggio - dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente Lombardia - La Lombardia è già adeguatamente dotata di inceneritori, e un ampliamento di questa portata non potrà che sottrarre quote di rifiuti attualmente ben gestite con la raccolta differenziata». Per questo Legambiente ha organizzato un presidio all'inceneritore di Trezzo sabato 20 febbraio alle ore 11,00.

«La nuova unità dell'inceneritore aggiungerà un forte impatto su un territorio già pesantemente compromesso in termini di viabilità e inquinamento atmosferico, oltre che di impianti di incenerimento e siti di discarica – affermano i volontari del Circolo Legambiente Trezzo sull'Adda - l'impianto di Trezzo è, inoltre, in infrazione rispetto alle normative europee che prevedono l'obbligo della VIA, visto che la prima autorizzazione è stata rilasciata nel 1996 nel pieno dell'emergenza rifiuti della provincia di Milano e non è stata assoggettata a regolare procedura di VIA».

Legambiente rilancia il proprio piano di azioni volte a raggiungere gli obiettivi fissati dalle normative nazionali ed europee, basati sulla riduzione della produzione di rifiuti di almeno l'1% annuo, sulla raccolta differenziata al 65% per la Provincia di Milano e al 70% per la Provincia di Monza entro il 2012, e che per quanto riguarda gli impianti di incenerimento ipotizza solo interventi di revamping, senza aumenti di portata, per impianti esistenti obsoleti e inquinanti come quelli di Desio, Sesto San Giovanni e Busto Arsizio.

La strategia - sostiene Legambiente - deve essere indirizzata verso una gestione sostenibile dei rifiuti urbani, intervenendo sugli stili di vita, di produzione e consumo di cittadini e imprese presenti sul territorio. Bisogna inoltre incentivare il miglioramento quantitativo e qualitativo della raccolta differenziata, e rendere prioritaria la realizzazione dell'impiantistica destinata al recupero e alla valorizzazione della frazione organica. Il recupero energetico, come ribadito dall'Unione Europea con la direttiva 98/2008, va lasciato all'ultimo posto della gerarchia dei rifiuti, insieme allo smaltimento.

Posizione condivisa pure dal fronte orobico: l'inceneritore non è infatti molto distante dalla nostra provincia, anzi, «da uno studio dei venti risulta che il villaggio di Crespi è particolarmente interessato dalle emissioni inquinanti del termovalorizzatore – spiega il vicesindaco di Capriate San Gervasio, Mauro Dorici –. Siamo in contatto costante con il sindaco di Trezzo e aderiremo a qualunque iniziativa verrà intrapresa per non avallare il progetto di raddoppio».

Preoccupato per «un'ulteriore situazione che rischia di contribuire al degrado ecologico» è pure il primo cittadino di Brembate, Angelo Bonetti: «Tra Trezzo, Dalmine, la Pedemontana e la Brebemi, mi chiedo che aria si respirerà in paese – rileva –. Siamo nettamente contrari all'ampliamento, l'abbiamo anche formalizzato in una recente delibera. Oltretutto, essendo un po' distanti dalla zona dell'intervento, non potremmo nemmeno puntare a qualche opera compensativa».

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