Cronaca
Domenica 28 Febbraio 2010
Operaio-maratoneta paralizzato
Corsa per la vita con tutto il paese
Ora, la sua corsa è quella della vita, una vita che, in questi ultimi mesi, più volte ha rischiato di perdere. Bruno è su una sedia a rotelle, paralizzato, a seguito della caduta da un albero. Da allora - era il 2 giugno - la sua vita si è svolta tra le pareti degli Ospedali Riuniti di Bergamo e il Centro di recupero e rieducazione funzionale (l'ex Casa degli angeli) di Mozzo, dove si trova ancora oggi.
Una corsa verso una difficile guarigione alla quale, però, ha voluto affiancarsi anche un bel pezzo della sua comunità di Almenno San Salvatore. Familiari naturalmente, ma anche amici, colleghi e gente che, fino a poco tempo fa, non lo conoscevano, stanno partecipando a una gara di solidarietà.
La moglie Luisella Carsaniga, 43 anni, per stargli più vicino, ha deciso di lasciare il lavoro come collaboratrice familiare. E ora c'è la casa da sistemare per poter affrontare la nuova vita; così il paese si è mobilitato per lui. Ed è nata anche un'associazione, con tanto di simbolo e statuto.
Una nuova vita, affrontata con una grande forza di volontà, iniziata quel 2 giugno festivo dello scorso anno: sono le 10,30 e Bruno sta tornando a casa, in via Leopardi, una zona vicino alla chiesa di San Giorgio, dopo un allenamento di corsa. Raggiunge l'orto e, con l'aiuto di una scala, sale sull'albero di ciliegie. «Dovevo raccoglierne ancora un po' per gli amici - racconta -. Mi sono arrampicato, quindi ho riempito un secchio. Ero su un tronco grosso ma sono scivolato. E nel cadere mi sono sentito quasi legato, non sono riuscito ad aggrapparmi a nulla».
Bruno precipita da un'altezza di circa cinque metri e mezzo, resta cosciente e si mette e gridare. In casa non c'è nessuno e in aiuto arrivano un vicino e il fratello Giampietro. Viene portato ai Riuniti di Bergamo dove gli vengono riscontrati la lussazione con shock midollare tra la quarta e quinta vertebra e una microfrattura alla terza vertebra.
Per Bruno, dal 1980 operaio in una carrozzeria di Curno (posto di lavoro che in estate raggiungeva in bici), inizia un lungo calvario. Due volte in pericolo di vita a causa di una polmonite, ai Riuniti resta 69 giorni, fino al 9 agosto, poi inizia la riabilitazione al Centro di Mozzo, viene operato ancora a Bergamo e torna all'ex Casa degli angeli. Ora attende di rientrare a casa, una casa che deve però essere riadattata, con un ascensore e un nuovo bagno.
Ma Bruno, nella sua corsa, non resta solo perché lo scorso autunno si è costituita per lui un'associazione. «Abbiamo iniziato in sei persone - dice il presidente Gianni Rota - e in poco tempo siamo diventati una trentina di soci, ma i contributi e le adesioni continuano ad arrivare da tante parti». Ci sono gli aiuti dei parenti dalla Francia, delle associazioni sportive (pallavolo, podisti, le vecchie glorie del calcio e i ciclisti con Ennio Vanotti), degli alpini e dei giovani di «Almenno rock».
E a maggio Avis e Aido organizzeranno una corsa per Bruno. La casa viene sistemata anche col volontariato, e poi si aggiungono iniziative varie, vendite di torte già realizzate o in programma. «Quando ho saputo di tutti questi aiuti mi sono messo a piangere - dice Bruno -. Loro sono un esempio per altre comunità: io in paese ho seminato poco ma sto raccogliendo tanto. E la preghiera, la mia famiglia e gli amici sono ciò che mi danno la forza per andare avanti e sperare».
Giovanni Ghisalberti
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