Condannato «Baffo» Palafreni
5 mesi, multa e Daspo fino al 2015

Francesco «Baffo» Palafreni, uno dei leader storici della Curva Nord, accusato di violazione del Daspo, è stato condannato mercoledì 3 marzo a 5 mesi e 10 giorni, 6 mila euro di multa e al Daspo allungato di 4 anni (scadeva nel 2011, scadrà nel 2015).

«Baffo» Palafreni, 54 anni, era stato smascherato dalle telecamere della polizia in zona stadio, mentre era impegnato - stando alla sua versione - a lavorare, mica a tifare. Insomma, lui a sfacchinare proprio nel momento in cui la «sua» Atalanta a pochi metri stava trionfando contro la Lazio, nello scorso gennaio.

Lì, però, non poteva comunque starci, il «Baffo», messo in castigo per 4 anni dal questore dopo i tafferugli di Atalanta-Milan del 2007, la famosa domenica del tombino che aveva fatto piangere i bambini sugli spalti e vergognare Bergamo.

La Digos aveva bussato alla sua porta il giorno dopo Atalanta-Lazio contestandogli il fatto che il giorno prima aveva sconfinato in un'area off limits per la geografia del Daspo. Il «Baffo», al volante della sua auto, era stato immortalato dalle telecamere della polizia mentre per due volte (alle 15,40 e alle 16,40) si fermava davanti al Baretto di viale Giulio Cesare, il ritrovo della tifoseria organizzata.

Metri quadrati d'asfalto proibiti, a quell'ora, per un diffidato come lui. E così era scattato l'arresto. Palafreni, in direttissima, aveva cercato di spiegare le sue ragioni: nessuna sfida alle forze dell'ordine, solo un'ingenuità. «Ho un'impresa di pulizie e dovevo smaltire la spazzatura di due palazzi - aveva sostenuto -. Il problema è che lì di parcheggi non se ne trovano e più di una volta ho dovuto posteggiare davanti ai passi carrali con relative lamentele. Così ho chiesto a un mio amico di accompagnarmi, in modo che lui potesse spostare l'auto. Sono andato a prenderlo al Baretto».

Dove, dopo un'ora, il «Baffo» era ricomparso. Ma stavolta era stato visto entrare nel locale. «Solo un paio di minuti per vedere in tv che cosa faceva l'Atalanta - aveva giurato -. È stata una curiosità da tifoso, e l'ho pagata cara».

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