Ettore Ferrari è ancora in coma
Gip: arresto e custodia in carcere

Ettore Ferrari - il 55enne di Almè accusato di aver ucciso nella propria abitazione la cugina della moglie, Lauretta Mazzola, lo scorso 15 marzo - è ancora in coma nel reparto di Rianimazione del policlinico «San Pietro» di Ponte San Pietro. Nel frattempo il Giudice per le indagini preliminari, Patrizia Ingrascì, pur non avendo ancora ascoltato l'indagato (per ovvi motivi), ha convalidato l'arresto dell'uomo disponendo il carcere, dove sarà portato solamente quando i medici che l'hanno in cura ne disporanno la dimissione dall'ospedale e se non avrà bisogno di cure «accessorie» in altri istituti sanitari. Ferrari è tuttora piantonato dai carabinieri. È peraltro scontato che il difensore dell'uomo chiederà comunque di sottoporre l'indagato a perizia psichiatrica.

Resta rinviata a data da destinarsi l'autopsia sul corpo della vittima, uccisa con un paio di forbici, che l'hanno colpita tredici volte. Almeno tre i colpi mortali inferi alla dnna, 46 anni, residente ad Azzonica di Sorisole. Il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Franco Bettini, ha deciso di aspettare a far eseguire l'esame autoptico proprio per consentire a Ferrari, una volta uscito dal coma, di nominare – qualora lo desiderasse – un perito di parte che possa partecipare all'autopsia.

Un primo esame del corpo della quarantaseienne ha confermato che la donna è stata colpita da almeno 13 fendenti, tre delle quali avrebbero raggiunto organi vitali: dunque la donna sarebbe morta in pochi minuti, probabilmente non per dissanguamento.

Le coltellate le sono state inferte all'addome e sulla schiena. Lauretta Mazzola si è difesa prima di morire. L'autopsia dovrebbe anche chiarire se ci sia stato o meno un rapporto sessuale tra i due prima del delitto e se la donna fosse consenziente.

Gli inquirenti stanno cercando di capire se Ettore Ferrari e Lauretta Mazzola avessero una relazione. Quando è stata ammazzata la donna indossava soltanto una maglietta: l'omicidio è stato compiuto alle 14,40, mentre l'orario in cui Ferrari ha assunto l'ingente dose di farmaci e barbiturici non è ancora stato chiarito.

Potrebbero comunque anche essere passate delle ore, durante le quali l'operaio della «Rulli Rulmeca Spa» di Almè ha ripulito del sangue la stessa vittima, le forbici utilizzate per ammazzarla e il piccolo appartamento di via Borghetto, nel cuore di Almè. Tracce di sangue sono state tuttavia rilevate dai carabinieri della Scientifica durante il soprallugo un po' dappertutto nella casa.

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