Bergamo, lungo i binari del tram
vecchie stazioni nell'abbandono

Le stazioni e i caselli del vecchio treno delle valli, quello che un tempo partiva da Bergamo e saliva fino a Clusone, giacciono abbandonate: grondaie ridotte a colabrodo, porte sfondate, finestre murate, giardinetti abbandonati. Ogni incrocio un passaggio a livello, ogni passaggio a livello un edificio e una persona a custodirlo: erano nate così, con una funzione pratica, ma nel tempo avevano assunto un volto familiare, visto che nelle stesse stazioncine il custode viveva in pianta stabile. Accanto ai binari, ecco così spuntare l'orto, aiuole fiorite, spazi ordinati e ben tenuti. L'esatto contrario di ciò che, almeno nel tratto urbano della linea, si può vedere oggi.

Perché dal progetto che ha ridato vita al servizio del tram tra Bergamo e Albino, queste piccole architetture sono rimaste escluse. Difficile puntare l'indice accusatore, visto che si tratta di proprietà demaniali e con certi enti di mezzo i rimpalli sono all'ordine del giorno: ma comunque è una sorta di beffa: dopo decenni di abbandono si decide di rifare tutto – binari, attraversamenti, convogli – e l'unica cosa lasciata al suo destino è proprio questa, stazioncine e caselli.

L'unica che si presenta in modo decoroso è in Borgo Santa Caterina, dove la prima fermata della vecchia tratta per la Val Brembana, in piazzale Loverini: è stata perfettamente recuperata negli anni scorsi, ma di qui il tram non passa, almeno non ancora.

Su L'Eco di Bergamo del 27 marzo un viaggio fra le vecchie stazioni abbandonate.

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