I finti Ris ammettono le colpe
Due in cella, processo il 21 aprile

Avevano studiato a tavolino il piano per derubare un rappresentante di gioielli, ma qualcosa è andato storto. Al processo i due imputati che per mettere a segno il colpo si erano finti carabinieri del Ris hanno ammesso le colpe. Al giudice, A. D., veronese di 44 anni, impresario edile di Provaglio di Iseo (Brescia), accusato di furto per aver sottratto dall'auto del rappresentante, a Clusone, circa 70 mila euro in gioielli, ha raccontato di sapere del passaggio, il giovedì, del gioielliere a Clusone.

I due si sono procurati tute bianche e si sono appostati. Il complice, M. L., nativo di Calcinate e domiciliato a Cazzago San Martino (Brescia), operaio edile di 32 anni, ha confermato il tutto. I due, vestiti con tute bianche, hanno sfondato il finestrino dell'auto del rappresentante a Clusone intorno alle 13, mentre lui era stato portato a pranzo da un orefice suo cliente, e si sono impossessati di due borse con gioielli. A un passante che chiedeva spiegazioni hanno detto di essere carabinieri del Ris.  Lui ha però allertato i veri carabinieri di Clusone e i due sono stati arrestati a Sovere. Gli arresti sono stati convalidati, il processo si terrà il 21 aprile.

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