Delitti di Scanzo: la Cassazione
conferma l'ergastolo e i 21 anni

La Corte di Cassazione ha messo la parola fine sui delitti di Scanzorosciate, negando il ricorso e confermando la condanna all'ergastolo per Giuseppe Poretti, agricoltore di 57 anni di Scanzorosciate, e a 21 anni di reclusione per il cugino Alessandro Ardenghi, di 58 anni, chiamati a rispondere dell'uccisione a colpi di fucile la sera il 3 agosto 2006 nel cortile di casa Poretti di Dorin Cozman e Mircea Trif, entrambi cittadini romeni.

I giudici della Suprema Corte hanno ratificato quello che era stato il colpo di scena avvenuto in sede di Appello a Brescia, quando a luglio del 2009 i giudici avevano aggravato a entrambi gli imputati la pena inflitta in primo grado dalla Corte d'assise di Bergamo.

La condanna di Poretti, esecutore materiale del duplice omicidio, era stata portata da trent'anni di reclusione all'ergastolo, mentre per suo cugino la pena era stata più che triplicata: da sei anni per favoreggiamento a 21, in quanto era stato ritenuto colpevole in secondo grado di concorso in duplice omicidio e duplice tentato omicidio.

La sera del 3 agosto 2006 quattro romeni si erano presentati in auto a casa di Giuseppe Poretti: si trattava di Dorin Cozman, Mircea Trif, Gheorghe Bonaciu e Ravzan Vancea. Poretti li attendeva armato di fucile, e aveva aperto il fuoco: i primi due erano stati uccisi sul colpo, mentre gli altri erano fuggiti nei campi vicini. Quindi con l'aiuto del cugino Poretti aveva tentato di disfarsi dei due cadaveri portandoli in furgone, nascosti in una tinozza, verso il Cremasco. Lì era stato intercettato e arrestato dai carabinieri. Leggi di più su L'Eco di domenica 18 aprile.

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