Dopo dieci mesi di chiusura, riapre la saracinesca di via Broseta 58, quella trattoria con gioco delle bocce che papà Antonio D'Ambrosio ritirò nel 1943 e che la figlia Giuliana, con il suo carattere molto socievole ed estroverso, insieme alla completa dedizione al lavoro, ha fatto negli anni diventare la trattoria-simbolo di Bergamo, la casa di tutti, senza distinzione di ceto sociale o di reddito. Riapre «Da Giuliana» e tutti i bergamaschi ne sono contenti. Ritroveranno il locale di sempre, ancora più bello, pulito e in ordine.
«Ho fatto ritinteggiare tutte le pareti interne e le inferriate esterne, levigati i pavimenti, sistemata la cucina e la taverna – dice Giuliana – e torneranno al loro posto tutti gli oggetti che ho raccolto in anni di collezionismo. Il prezzo del pasto resterà popolare: 8-9 euro a pranzo, 18-20 la sera, tutto compreso, secondo le modalità di sempre che i miei clienti conoscono bene».
Torneranno al loro posto, quindi, tutti i «piatti del Buon Ricordo», la raccolta di cappellini d'inizio Novecento, la raccolta di bambole, i grandi riquadri con tante foto con dedica di personaggi famosi passati di qui e i ritagli di giornale, le maglie di noti calciatori. «Una novità – dice Giuliana – è che ho assunto un direttore, un giovane che possa sgambettare come facevo io. Infatti non sono stata molto bene, e adesso le mie gambe fanno ancora un po' di capricci. Si chiama Claudio Cattaneo, è bergamasco, ha 33 anni, ha lavorato all'estero, soprattutto negli Usa, in ristoranti e wine-bar, ultimamente era capo sala al ristorante all'ultimo piano della Rinascente di Milano. Il mio locale è grande, d'estate abbiamo anche un ampio giardino, ogni giorno passano di qui centinaia di persone e quindi avevo proprio bisogno di un direttore».
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