Cronaca
Venerdì 12 Dicembre 2003
Imprenditore di Castelli Calepio pagava stipendi alle donne dei dipendenti per evitare i contributi
Ben 700 gli operai edili liquidati con questo stratagemma, in maggioranza bresciani
Pagava «in nero», e aggirava i controlli con uno stratagemma: versava soldi e assegni alle mogli e alle mamme dei suoi dipendenti. Così un imprenditore edile di Castelli Calepio, è stato scoperto e denunciato dalla Guardia di Finanza di Sarnico: per 3 anni avrebbe retribuito così i suoi 700 lavoratori. Con questo sistema sarebbero stati evasi 2,5 milioni di euro in materia di Iva e oltre 15 milioni di euro per imposte sui redditi, oltre ai mancati versamenti contributivi.
L’indagine delle fiamme gialle va avanti dal giugno 2002, dopo che l’impresa edile milanese ma con sede legale a Castelli Calepio, pur avendo formalmente cessato l’attività, risultava ancora in esercizio in vari cantieri della Lombardia. Dalle verifiche fiscali affioravano costi per 4 milioni di euro per il ’99 e 8 milioni di euro per il 2000. L’amministratore ha spiegato di non essere in grado di presentare fatture o documentazioni contabili perché andate «smarrite» . Dai riscontri bancari è invece emerso un gran numero di assegni intestate a parenti dei lavoratori in nero, tutte donne: mogli, madri o figlie.
Nel complesso, ha spiegato il comandate della Gdf Colonnello Riccardo Piccinni, a fronte di 50 dipendenti regolarmente assunti, i lavoratori edili in «nero» erano circa 700, nel 90% abitanti in province della Lombardia e in maggioranza della provincia di Brescia. Ridotta la percentuale degli extracomunitari, soprattutto marocchini e albanesi. Gli accertamenti sono stati estesi anche ai parenti dei lavoratori, per stabilire se hanno indicato le somme nelle rispettive denunce dei redditi.
(12/12/03)
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