Conclusi i restauri ad Almenno
Risplende la chiesa di San Giorgio

Riapre oggi, sabato 15 maggio, dopo due anni, la chiesa di San Giorgio, la più grande chiesa romanica della Bergamasca, dopo Santa Maria Maggiore in Città Alta. Riapre dopo il restauro, dopo il rifacimento del tetto e dopo l'intervento sugli affreschi, in particolare sul ciclo dei 31 quadri che raccontano la vita di Gesù, 31 dipinti che narrano il Vangelo, dalla nascita fino alla crocifissione e alla resurrezione.

Trentuno affreschi, probabilmente dipinti da un ignoto artista tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento. La vita di Gesù occupa la parte alta della navata centrale. Il restauro è stato effettuato col finanziamento del ministero dei Beni culturali e artistici.

Dice Emanuela Daffra, direttore dei lavori, della sovrintendenza al Patrimonio artistico e storico: «È stato un intervento importante perché necessario. Sono state rifatte le coperture, si sono restaurati gli affreschi. Dei tre lotti previsti ne abbiamo realizzati due. Adesso bisogna affrontare il terzo lotto che riguarda il risanamento della pavimentazione, intervento fondamentale per riportare il microclima della chiesa a una situazione accettabile per la buona conservazione degli affreschi. Attualmente la chiesa soffre di problemi per la troppa umidità dell'ambiente. Dovremo poi restaurare gli affreschi dell'abside e ricollocare quelli a suo tempo strappati, fra gli altri un'Ultima Cena del XII secolo».

L'intervento complessivamente costerà 750 mila euro, una cifra non impressionante se si considera il lavoro eseguito. Conclude Daffra: «Sarà poi essenziale definire una funzione per la chiesa di San Giorgio, un uso regolare consentirà di mantenerla più facilmente in buona salute...».

Responsabile dell'intervento è Giancarlo Borellini della sovrintendenza regionale della Lombardia. Direttore dei lavori per conto della sovrintendenza al Patrimonio ambientale e architettonico è Gaetano Puglielli. Gli interventi sugli affreschi sono della restauratrice Giusy Suardi. Tutto l'intervento è stato effettuato in collaborazione con la parrocchia.

Dice la restauratrice, Giusy Suardi: «Le storie di Cristo sulle quali siamo intervenuti si collocano fra il Duecento e il Trecento, difficile dire con precisione. In realtà i problemi di datazione riguardano tutta la struttura della chiesa di San Giorgio. Secondo i documenti i lavori sono iniziati nel XII secolo, ma poi deve essersi verificata una lunga sospensione che si nota bene anche dal punto di vista dei materiali, delle tecniche costruttive completamente differenti».

«Alcuni anni fa eravamo intervenuti su richiesta della parrocchia per tamponare una situazione di emergenza, avevamo effettuato un consolidamento di urgenza di parti di affreschi che rischiavano di cadere; adesso abbiamo realizzato un intervento completo di pulitura, rimozione stuccature, dei sali non idonei, di integrazione pittorica. Gli altri lavori hanno riguardato il restauro dei tetti della navata, le finiture esterne, la rimozione di patine costituite da muffe, la pulitura di superfici, la stuccatura delle lesioni, il consolidamento degli intonaci esterni di navate e facciata».

Adriana Spangaro, presidente dell'Antenna del Romanico, esprime la sua soddisfazione: «È un intervento di importanza basilare per la conservazione del nostro patrimonio». La riapertura della chiesa apre anche «Antico Lemine», il festival del Medioevo e del Rinascimento rurale ideato dall'Antenna del Romanico. Appuntamento, stasera, alle 20, con la Messa, a cui seguiranno la presentazione dei restauri e i canti gregoriani della «Schola cantorum Santa Cecilia».
 Paolo Aresi

© RIPRODUZIONE RISERVATA