Almè e Villa d'Almè litigano
Polemica per le case al confine

La ditta Fonti Prealpi lascia Almè e il Comune adotta un Piano integrato d'intervento (Pii) per riqualificare con residenze e terziario l'area tra viale Italia, via Pradelle e via Aldo Moro. L'amministrazione vicina (Villa d'Almè) lamenta il mancato coinvolgimento e con una mozione, votata all'unanimità in Consiglio, impegna il sindaco Giuseppina Pigolotti a vigilare sul recepimento delle osservazioni presentate al collega dirimpettaio Bruno Tassetti.

La premessa al documento evidenzia chiaramente come Villa d'Almè abbia mal digerito l'indifferenza dimostrata da Almè nel predisporre un piano su una porzione di territorio «che si proietta come un penisola per tre lati nel territorio di Villa» vicinissimo a municipio, parco pubblico, chiesa, asilo e scuole elementari.

Un atteggiamento che i cittadini di Villa d'Almè non hanno preso bene, tanto da manifestare il loro disappunto, venerdì sera in Municipio, durante l'assemblea pubblica di presentazione del Piano di governo del territorio. «Almè si prende gli standard e noi dobbiamo accollarci i servizi dei nuovi arrivati» è la sintesi delle loro rimostranze. «La condizione unica affinché Villa d'Almè non presentasse osservazioni - si legge nell'incipit alle osservazioni - sarebbe stato proprio quella di prevenirle in fase progettuale in modo da condividere le soluzioni adottare».

Getta acqua sul fuoco il sindaco Tassetti: «Nessuna guerra con Villa d'Almè. Pensavamo che le idee espresse dal piano "Prealpi" potessero essere recepite come buone anche da Villa. Così non è stato e mercoledì in Consiglio comunale voteremo le osservazioni legittimamente presentate e come sindaco proporrò l'accoglimento delle stesse anche se in forma parziale».

Giungere alle osservazioni quando ci si poteva mettere d'accordo prima fa vacillare i rapporti tra i due Comuni, precursori nella Bergamasca nello sperimentare la status di Unione tra enti locali. Il consigliere villese di minoranza, il pidiellino Davide Morandi, sulla base di quanto successo ha messo in discussione la continuità dell'Unione. «È inutile condividere servizi sul territorio se poi, sulle scelte urbanistiche, manca un confronto». Il collega Paolo Donghi (Lega Nord) paragona la mozione «a un segnale forte di chi non intende sottostare al vicino Comune come un fratello minore».

Il sindaco Pigolotti, pur condividendo l'amarezza della mancata collaborazione, è più cauta nel rappresentarsi il destino dell'Unione. «Se l'esistenza di questa esperienza intercomunale necessiterà di future riflessioni non è certo a causa del Pii Prealpi». Certo è che dall'accellerata di qualche anno fa impressa per passare dall'Unione (condivisione di servizi tra due Comuni distinti) alla fusione (la formazione di unico Comune) le posizioni di entrambi i sindaci cavalcano ora prudenza.

 «La legge regionale - continua Pigolotti - pone dei limiti verso un cammino di fusione in quando prevede che l'Unione abbia quattro settori in comune. Adesso abbiamo solo la polizia locale. Inoltre non c'è ancora una consapevolezza culturale per la fusione. I tentativi di qualche anno fa sono stati recepiti come una forzatura».

«Sono d'accordo con Pigolotti - conclude Tassetti -. Continuare con l'Unione ha ancora senso per i vantaggi che rappresenta nel contenimento delle spese. Non ho motivi di credere che di qua al 2011, scadenza naturale del mio mandato, l'esperimento, aperto da me con l'ex sindaco villese Rosaria Locatelli, possa svanire. Dopo le elezioni ne riparleranno». Tassetti usa la terza persona plurale. «Non è un segreto la mia decisione di lasciare la scena politica locale. È stata un'esperienza importante, ma credo che occorra farsi da parte».
 Bruno Silini

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