Strade, problemi di manutenzione
L'esercito dei cantonieri zoppica

Il problema c'è e lo riconoscono tutti. Da punti di vista diversi, magari. Ma la sostanza è una: per la manutenzione dei 1.350 chilometri di strade della rete provinciale è in campo un plotone a ranghi ridotti. Un terzo dei cantonieri, che sono poco meno di ottanta, per questioni di salute non sarebbe nelle condizioni di svolgere il lavoro al 100%.

Le limitazioni sono varie: dal razionato sollevamento pesi fino alla raccomandazione di evitare lavori di responsabilità, a quella di non esporsi troppo ai raggi del sole, ma solo in certi giorni. Situazione complessa. Da dove nasce? Il sindacato chiama in causa scelte decennali di non ricambio nelle assunzioni. Altrove si punta il dito su un'incidenza «singolare» delle limitazioni fisiche con prescrizione medica.

La rappresentanza politica, dal suo, prende atto e annuncia un giro di vite. Di mezzo un settore che, per ovvi motivi, vede l'attenzione dei comuni cittadini (e contribuenti) essere più alta. «È da qualche anno che va avanti», commentano altri dipendenti. E mentre c'è chi non può svolgere questo o quel compito, con le truppe ridotte gli altri cantonieri fanno i salti mortali per garantire strade in ordine, buche rattoppate, sfalcio della vegetazione, segnaletica a posto.

Il dato sulle dispense mediche, che coinvolgerebbero una parte (consistente) degli addetti è protetto da riserbo. Ma la stima esiste. Circa un terzo della forza lavoro degli ex stradini, infatti, risentirebbe di limitazioni (più o meno tassative) che complicherebbero lo svolgimento completo dei compiti a cui sono chiamati. Per il 2010 su circa ottanta dipendenti sarebbero solo 30 quelli totalmente abili, senza limiti di ogni forma o natura. Per altri ci sarebbero semplici accorgimenti da rispettare (come le cuffie per il rumore, le mascherine per l'allergia), e si arriva a una cinquantina. Oltre, la cosa si complica.

In modo anche singolare. Ci sarebbe infatti chi deve evitare l'uso del decespugliatore soprattutto per le vibrazioni, chi tassativamente deve «effettuare frequenti pause», chi non deve fare frequenti viaggi in auto, chi deve evitare trasferte, chi non può assumere postura retta fissa, chi non può esporsi al sole, ma solo in determinati giorni della settimana.

Precisa l'Asl: «La sorveglianza sanitaria è prevista per legge, si tratta del decreto 81. Il medico competente, acquisendo anche la documentazione del medico curante, è chiamato a svolgere analisi approfondite e a valutare le condizioni del lavoratore che svolge funzioni a rischio anche con esami integrativi. Il lavoratore e il datore di lavoro sono chiamati a tener conto di queste prescrizioni».

La prescrizione è la prescrizione e non si obietta. Resta il dato di fatto: nell'insieme il quadro si fa pesante. E se l'assessore alla Viabilità Giuliano Capetti è ermetico («Certo che conosco la situazione»), il presidente Ettore Pirovano afferma: «I certificati ci sono e vanno rispettati. Però qui abbiamo una grossa fetta di personale, troppo grossa, che nella pratica non può fare, almeno in parte, quello per cui è stato assunto». Chi non è idoneo può essere trasferito ad altro settore, ma a un certo punto i posti disponibili (anche in base al curriculum e ai titoli) si esauriscono. E in servizio restano operatori con funzione ridotta.

«Quando saputo come stavano le cose in questo settore sono rimasto decisamente sorpreso», prosegue il presidente. E annuncia: «Faremo delle verifiche approfondite. Perché qui va di mezzo la manutenzione delle strade che i bergamaschi meritano sia svolta con perfetta efficienza». Assumere altri operatori? Niet. Con il patto di stabilità è tutto fermo. Quindi la coperta è corta e gli altri cantonieri si fanno in quattro.

Che la questione sia complicata lo confermano del resto anche i sindacati: Alberto Gherardi delle Rsu, rappresentante per la sicurezza dei lavoratori, precisa che «sono oggi 58 gli operai cantonieri in servizio, cui si sommano 17 tecnici esterni». Poi fornisce una sua chiave di lettura: «Dire che la manutenzione sulle strade risente di una diminuzione di personale a causa delle prescrizioni mediche, che ci sono, è però una mezza verità. Il vero problema - attacca - è che da anni in Provincia si assiste alla scelta precisa di non ricorrere a nuove assunzioni, e quindi anche gli operatori abili che man mano andavano in pensione non sono stati sostituiti. Il patto di stabilità? Ferma il turnover da due, tre anni. Il problema c'è da dieci. Tutto considerato, la situazione nel settore è critica. Anzi drammatica».

E cita alcuni dati: «Nel 2001 la Provincia ha avuto in carico dall'Anas circa 300 chilometri di strade, oltre ai mille esistenti. Allora i cantonieri erano 81, più 21 tecnici. Un cantoniere ogni 13 chilometri di strade. Oggi ne abbiamo uno ogni 17,3». E questo se tutti fossero in forze. Cosa che, s'è visto, non è. «Oggi per la squadra siamo addirittura scesi di numero, ma la manutenzione va garantita con standard elevati. È ora che chi deve decidere si muova in merito, e che questa non sia una scusa per procedere gradualmente ad affidare alle imprese esterne il lavoro dei cantonieri».

Concorda Mario Gatti, della Funzione pubblica Cisl: «Non facciamo imputazioni al singolo. Siamo di fronte a indicazioni chiare del medico del lavoro». Certo «l'evidenza c'è, da alcuni anni» e il timore «è che di fronte a situazioni di questo genere si arrivi all'esternalizzazione dei servizi, affidandoli ad altre aziende. Cosa che certo noi non vogliamo». Però se gli acciacchi limitano le squadre è un problema.

«Questo fenomeno c'è - chiosa Gherardi -. Va anche ricondotto, evidentemente, a una certa leggerezza nel momento dell'assunzione e delle destinazioni. Ovvio che se una persona ha problemi fisici, poi si fanno sentire in un settore che implica lavori pesanti. I medici fanno il loro lavoro applicando rigide verifiche sanitarie». Nessun caso sospetto nelle limitazioni fisiche? «No, non lo ritengo. Il problema è a monte».
 Anna Gandolfi

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