Giovedì nella chiesa di Ognissanti
i funerali di Paolo Impellizzeri

Si celebrerà giovedì 20 maggio alle 9 nella chiesa di Ognissanti del cimitero di viale Pirovano il funerale del giornalista Paolo Impellizzeri, 66 anni, vicecaporedattore de «L'Eco di Bergamo», morto lunedì 17 maggio per le complicanze di una grave forma di diabete che lo aveva reso invalido. Paolo Impellizzeri sarà cremato nel pomeriggio di giovedì e successivamente sarà comunicata la data della tumulazione che avverrà a Schilpario.

Con Ciccio, come lo chiamavano affettuosamente tutti, se ne va un caro collega ed amico che per una quarantina d'anni ha raccontato il mondo e la Bergamo culturale. Un intellettuale laico e di formazione liberal, Paolo Impellizzeri era arrivato a Bergamo da ragazzo insieme alla famiglia nel 1956 e si era iscritto alla IV ginnasio al Sarpi. Il padre, raccontava, sognava per lui la carriera diplomatica, ma a 18 anni la prima recensione pubblicata decretò la fine degli studi universitari e di ogni altra carriera che non fosse inchiostro e piombo. Il giornalismo conteneva fra l'altro la possibilità, anzi il dovere, di scambiare il giorno con la notte: un'attrattiva irresistibile per un uomo che amava la socialità delle ore piccole.

Impellizzeri cominciò a collaborare al «Giornale del Popolo», che divenne nel 1962 «Giornale di Bergamo». Professionista nel 1967 (il primo bergamasco a superare l'esame di Stato introdotto per i giornalisti), fu poi a «Bergamo Oggi» e al «Giornale di Bergamo Nuovo».

Al nostro giornale - chiamato da monsignor Spada, di cui era buon amico - era stato in Provincia, agli Interni-Esteri e alla Redazione Cultura e Spettacoli. Proverbiali il suo impegno e la sua professionalità durante la Guerra del Golfo, periodo in cui insegnò il mestiere a giornalisti oggi affermatisi al «Corriere della Sera» (Francesco Battistini e Pierenrico Ratto) e al «Sole 24 Ore» (Jean Marie Del Bo).

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