Manovra, istituti culturali tagliati
A rischio l'Ateneo di Bergamo

Giornata intensa sul fronte della manovra. Dopo i chiarimenti chiesti al governo dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in merito al provvedimento, con rilievi di ordine giuridico e istituzionale, l'esecutivo ha stretto i tempi e, nel giro di poche ore - con la mediazione dell'«ambasciatore» Gianni Letta - ha rispedito il provvedimento «corretto» al Quirinale.

Il testo definitivo del decreto legge è arrivato negli uffici del Colle domenica sera e, a quanto riferiscono fonti presidenziali, il capo dello Stato dovrebbe firmarlo già lunedì in modo che possa essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventare così esecutivo. Ma le polemiche intorno alla manovra non si sono placate.

Il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi, dopo aver parlato di «tagli indiscriminati» ai fondi destinati agli istituti culturali, ha rincarato la dose dicendosi di sentirsi «esautorato»: «Avrei voluto decidere insieme: il ministero non doveva essere esautorato. Ora mi metterò al lavoro con i miei collaboratori per capire quali di quegli enti sono eccellenze e quali sono inutili». Tra i 232 istituti a rischio figura, peraltro, anche l'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo.

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