Al lavoro come schiavi
nel capannone-dormitorio

Vivevano e lavoravano in un laboratorio tessile diventato la loro casa i nove operai cinesi trovati a Bagnatica all'interno di un capannone in via Martin Luther King. In poche decine di metri quadrati erano stipate dieci brandine, generi alimentari di ogni tipo e in cattivo stato di conservazione e una trentina di macchine per confezionare capi di abbigliamento. Tutto questo senza alcuna distinzione tra la zona di produzione e quella di residenza dei nove operai.

Ieri mattina il laboratorio tessile è finito sotto la lente dei tecnici dell'Asl di Trescore Balneario e del Comune che, insieme alla polizia intercomunale dei Colli, ne hanno sospeso l'attività. In attesa dell'applicazione dei sigilli, che avverrà nelle prossime ore. Il laboratorio si trova nella zona periferica di Bagnatica, nei pressi del centro sportivo vicino alla località Cassinone. Dall'esterno sembrava un capannone come tanti altri, ma all'interno nascondeva il degrado, cui le forze dell'ordine hanno messo fine dopo aver portato a termine tutti gli accertamenti dovuti.

Gli agenti hanno sospeso l'attività del laboratorio per le gravi carenze igienico-sanitarie rilevate. Ma anche per l'inottemperanza della legge in materia antinfortunistica, che rendeva il capannone poco sicuro in caso di incidenti sul lavoro. La polizia dei Colli e l'Asl hanno trovato rifiuti e cibo avariato sparsi tra i macchinari tessili.

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