«Materiale radioattivo a Orio»
Sacbo: medicinali sotto controllo

Ha innescato una serie di reazioni l'inchiesta di «Repubblica» sull'aeroporto di Orio al Serio. Gli inviati, in particolare, parlavano della rivolta dei facchini (soprattutto extracomunitari), dipendenti di cooperative, addetti alla movimentazione di trasporti radioattivi senza le debite misure di sicurezza. In particolare, secondo il quotidiano nazionale, dallo scalo bergamasco transiterebbero 35 mila colli radioattivi all'anno, contro i 5 mila degli altri aeroporti italiani.

Da Sacbo, la società che gestisce lo scalo di Orio, fanno sapere di non possedere i numeri esatti del trasporto, ma che si tratta di «materiale farmaceutico e medicale (come i liquidi di contrasto usati per gli esami di laboratorio) che viaggiano nel rispetto di rigorose norme internazionali, sotto il rigido controllo dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile) e dell'Asl». Il materiale, quindi, ha la scritta «dangerous» (pericolosi), ma imballi e metodo di trasporto sarebbero attentamente codificati, «senza che ci sia mai stato allarme».

Sul secondo aspetto, quello del rapporto contrattuale tra i lavoratori addetti alla movimentazione e la ditta datrice di lavoro. Il movimento è di competenza della Dhl (i cui uffici, sabato, erano chiusi e non è stato quindi possibile contattare), che può avvalersi di cooperative, che abbiano licenza di operare in campo aeronautico. Un requisito necessario, che riguarda, ad esempio, anche il personale addetto al carico-scarico dei bagagli.

Leggi di più su L'Eco di Bergamo del 6 giugno

© RIPRODUZIONE RISERVATA