Il «delitti» della «Panda nera»:
«così ci picchiavano i carabinieri»

Sono comparse le parti offese a deporre al processo contro carabinieri e vigili della Panda Nera, la presunta banda composta da uomini delle forze dell'ordine che dal novembre 2005 al luglio 2007, secondo l'accusa, nella Bassa avrebbe messo a segno una decina di raid punitivi principalmente contro extracomunitari.

Una vicenda che aveva vissuto il suo culmine processuale nell'aprile del 2008 in fase preliminare, conclusasi con 5 condanne in abbreviato, tre patteggiamenti, 4 proscioglienti e un non luogo a procedere. Al processo ordinario, che si sta celebrando al tribunale di Bergamo, come imputati sono rimasti sei carabinieri (a due dei quali, ex militari di Calcio, è contestata l'associazione per delinquere) e due agenti della polizia locale di Martinengo.

Mercoledì, tra gli altri, ha testimoniato Mohamed El Hamraoui, 22 anni, il marocchino che sarebbe stato picchiato durante un controllo all'Oriental Pub di Covo il 20 aprile del 2007, rimediando un ceffone che gli aveva lesionato il timpano. «Ci hanno portato in bagno - ha raccontato il nordafricano -, poi in 4 mi hanno dato calci e pugni. Mi hanno anche rotto uno dei due telefonini e preso i 400 euro che avevo nel portafogli, soldi che non mi sono più stati restituiti». «Ma non erano 350 euro di cui 150 poi restituiti?», ha obiettato il pm Giancarlo Mancusi rileggendo le dichiarazioni che il marocchino aveva rilasciato all'epoca. «No, sono sicuro: erano 400», ha ribattuto El Hamraoui. Sulla lesione al timpano, invece, nessun dubbio, visto che esiste un referto medico.

Piuttosto, è sulla spontaneità della sua denuncia che ieri sono emerse perplessità. «In Procura a testimoniare all'epoca mi aveva accompagnato Ammerti (Mohamed, il marocchino titolare del col fratello del pub di Covo e di un albergo a Romano, ndr) - ha rivelato El Hamraoui -. Lui aveva sentito quella che mi era successo ed era venuto a trovarmi dicendomi che era successa la stessa cosa al fratello».

Brahim Laandi, marocchino clandestino di 31 anni, ha raccontato di essere stato picchiato dai carabinieri mentre stava raccogliendo mentuccia per il the. «Sono andato in ospedale a Romano, l'infermiere rideva con il carabiniere di Calcio», ha spiegato. Versione da verificare, ma è comunque vero che, come s'è lamentato il presidente del collegio Aurelia Del Gaudio, il referto medico rilasciato dal pronto soccorso è lacunoso: «Si parla solo di lesioni senza indicare la causa». 

Prossima udienza il 27 ottobre.

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