«Tutelare la qualità delle acque»
Un progetto per il Parco del Serio

Parte il progetto «Tutelare la qualità delle acque» nel Parco Regionale del Serio. Tra le finalità c'è anche quella di informare i cittadini e sensibilizzare le aziende agricole sulle ricadute positive.

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Da 35 a 49 euro a famiglia: è la cifra che, dicono studi sull'argomento, in media gli italiani sarebbero disposti a pagare per ridurre il danno ambientale provocato alle falde acquifere dall'inquinamento da atrazina o da idrocarburi. Il tema di quale valore monetario possa avere l'acqua come risorsa è uno degli strumenti operativi inseriti nel progetto «Tutelare la qualità delle acque», al via nel Parco Regionale del Serio. Tra le finalità c'è anche quella di informare i cittadini e sensibilizzare le aziende agricole sulle ricadute positive, in termini di costi, di comportamenti più rispettosi dell'ambiente.

Il progetto di tutela, sviluppato nei 26 Comuni (bergamaschi e cremonesi) del Parco del Serio, si concluderà a marzo del prossimo anno. «Sono previste simulazioni, interviste alla gente, una serie di operazioni di coinvolgimento del territorio interessato», spiega Luigi Stefanini, direttore dell'azienda sperimentale «Vittorio Tadini», ente morale che, sotto l'egida della Regione Emilia, svolge attività di ricerca, di sperimentazione, di formazione professionale e di divulgazione nei settori agroalimentare e ambientale. L'inquinamento da nitrati (derivanti da fonti agricole, scarichi domestici e industriali) delle acque, specie di quelle sotterranee, è uno dei temi conduttori del progetto. Ci sono studi e simulazioni per arrivare a definire l'entità del danno economico causato dal degrado dell'acqua per l'inquinamento.

Da qui si può partire per stabilire costi e benefici economici, tanto a livello delle singole aziende agricole quanto a livello collettivo, che deriverebbero dall'applicazione degli obblighi della normativa nitrati ed eventualmente da altre buone pratiche agricole a basso impatto. Nel territorio del Parco del Serio ci sono 144 aziende agricole, di cui 94 in provincia di Bergamo, per un superfice agricola complessiva di cinquemila ettari. Secondo dati del 2006, ospitano più di seimila bovini, 30mila suini e 13.500 uccelli. La presenza di azoto nel fiume Serio si registra maggiormente a valle dei depuratori di Bagnatica, di Cologno e di Mozzanica.

Qui le acque contengono da 1,6 a 2 mg/l di azoto in più rispetto alla media, e ciò dimostrerebbe che l'azoto nell'acqua del fiume è attribuibile più agli scarichi urbani che non a quelli agricoli. La qualità delle acque sotterranee del Serio, di cui i nitrati sono un aspetto, può essere considerata buona, secondo gli studi fatti, nel tratto dalla valle Seriana fino a Grassobbio e Urgnano. Subisce invece un deterioramento nel segmento tra Martinengo e Isso, per restare sulla sponda bergamasca.

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