Pastore bergamasco snobbato in Italia
All'estero si moltiplicano gli allevamenti

Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, ma già all'epoca dei romani è documentata la sua presenza fra i verdi pascoli dell'arco alpino. Fra i suoi antenati illustri anche quello, temerario, che secondo la leggenda salvò il Pacì Paciana, sfidando al posto del nostrano Robin Hood il fuoco dei gendarmi. È il pastore bergamasco, il cane con i «bioccoli». Un tempo accompagnava coriaceo i bergamini, i mandriani dei nostri monti, ma oggi rischia l'estinzione. I cani da pastore bergamasco, in base ai libri genealogici ufficiali, oggi in Italia sono un migliaio. Di questi, circa 300 nella Bergamasca, con buona diffusione nelle province lombarde. Ovviamente, al numero vanno sommati gli esemplari non «certificati». Ma restiamo su quote risicate. I cuccioli censiti ogni anno in tutto il Belpaese sono un centinaio: per capire quanto questo animale stia diventando raro basta fare un paragone con il pastore tedesco, per cui i cuccioli con pedigree ogni anno sono 15 mila.

Ma se in Italia siamo a mille esemplari, in Europa siamo arrivati a 500. La diffusione, da una decina d'anni, sta prendendo piede. In Svizzera nel 2009 sono stati censiti 160 animali, con 5 allevamenti, in Germania 60, con 5 allevamenti. Idem in Polonia, Svezia, Olanda. E da poco, come comunicato alla Sab, sono nati allevamenti anche in Finlandia, Norvegia, Belgio. Uno, poi, è nella Gran Bretagna dei labrador. Pure negli Usa, da poco, sono sorti degli allevamenti di questa razza di cane. E non si tratta di italiani emigrati che li gestiscono, ma di autoctoni e appassionati.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 18 luglio

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