Lago d'Iseo «a due facce»:
sopra sta bene, sotto in agonia

Pagine e pagine per dire che il lago d'Iseo è balneabile, che i valori microbiologici stanno nei parametri stabiliti dalle ultime direttive europee, che il Sebino è pulito e che quasi quasi lo puoi bere. Poi arrivano gli scienziati e cambia tutto. Non esattamente di poco.

Cambia che il Sebino è un lago moribondo, che costituisce potenzialmente un grosso problema ecologico: in gergo si dice avviato alla meromissi, termine che indica un irreversibile degrado biologico della parte più profonda, dov'è scomparso l'ossigeno e con lui qualsiasi forma di vita.

Com'è possibile? A chi credere? Il Sebino, allora, è pulito? La risposta è sì e no. Con un'immagine davvero poco felice, le due cose stanno insieme perché il lago è come una persona malata di un cancro molto brutto ma da fuori, almeno all'inizio, nemmeno te ne accorgi. Poi scendi nel profondo e la diagnosi è drammatica. Il lago è moribondo perché da metà degli Anni '90 sotto i 100/150 metri di profondità (scende fino a 258) non c'è più ossigeno: non c'è ricircolo e la massa d'acqua è divisa in strati che non si rimescolano gli uni con gli altri, quindi non scambiano ossigeno.

Per via di complicate dinamiche legate alla temperatura, al riscaldamento globale, al progressivo scioglimento del ghiacciaio dell'Adamello e al vento, non c'è circolazione tra gli strati più superficiali e quelli più profondi: sopra è messo abbastanza bene, l'acqua è relativamente pulita e si può fare il bagno, ma sotto è un'altra storia. Bisogna capire perché e cosa di può fare. Se poi ci sono la volontà e i soldi per farlo, questo è un altro paio di maniche.

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