Orio, scalo dedicato a Caravaggio
Ora manca solo l'ok dell'Enac

Bergamo batte Milano, perlomeno in velocità. Se quella di Letizia Moratti, per ora, è rimasta una boutade estiva, i bergamaschi, invece, fanno sul serio. Il comitato esecutivo di Sacbo (la società di gestione dell'aeroporto di Orio al Serio) ha deliberato di intitolare lo scalo bergamasco al Caravaggio, e ha già inoltrato all'Enac la relativa richiesta con tutta la documentazione necessaria. Gli enti orobici coinvolti – Provincia in primis –, essendosi già espressi favorevolmente rispetto alla dedica al Michelangelo Merisi, avevano infatti preparato per tempo l'incartamento dovuto, portandosi avanti.

Adesso, quindi, non resta che attendere il via libera dell'Ente nazionale per l'aviazione civile cui spetta, secondo le procedure, l'ultima parola. Onde evitare scippi, la Sacbo ha anche depositato all'apposito registro della Camera di commercio di Bergamo il logo e la denominazione ufficiali, che suonano così: «Caravaggio International Airport Bergamo-Orio al Serio».

Risale alla metà di luglio l'uscita del sindaco di Milano di voler intitolare l'hub di Malpensa all'artista di cui quest'anno ricorrono i 400 anni della morte. Un'«appropriazione» indebita, secondo molti, che aveva subito suscitato la reazione piccata di politici e autorità bergamasche, che si erano mossi immediatamente per difendere la «bergamaschità» del Caravaggio e avviare l'iter di intitolazione dello scalo orobico. Ecco così l'approvazione in Consiglio provinciale (all'unanimità, astenuta solo l'Italia dei valori) di un ordine del giorno che non vuole «lasciarsi sfuggire quest'occasione per promuovere ulteriormente il territorio e la cultura bergamasca nei confronti di una platea internazionale»; una delibera di ugual tenore passa anche in Giunta provinciale e in quella del Comune di Orio al Serio. Documenti che - insieme alle lettere favorevoli dei tre sindaci dei Comuni su cui ricade il sedime aeroportuale (Seriate, Grassobbio e Azzano San Paolo) - Sacbo ha ora inoltrato all'Enac. Non era invece richiesto il parere del Comune di Bergamo, che ricade fuori dal sedime propriamente detto.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 4 agosto

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