Palosco: l'odissea del pakistano
Multa per aver ospitato il fratello

Oltre il danno la beffa: questa potrebbe essere la conclusione della vicenda dei fratelli Ashraf Thair e Ahmed Ashfaq, cittadini di origine pachistana. Entrambi sono in possesso di regolare permesso di soggiorno, ma solo il secondo regolarmente residente nel comune di Palosco nell'appartamento di sua proprietà.

Il ventinovenne Ashraf Thair si è infatti visto rigettare la richiesta di iscrizione all'anagrafe dal Comune, sulla base di un'ordinanza del sindaco Massimo Pinetti del 13 maggio 2008 nella quale tra «le disposizioni legislative generali in materia di iscrizione nel registro della popolazione residente» si fissa un tetto annuo di reddito per il cittadino extracomunitario di «importo superiore al livello minimo previsto dalla legge per l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria» pari ad almeno cinquemila euro.

Sulla base di queste motivazioni il 24 luglio i due fratelli hanno ricevuto per raccomandata il verbale del rifiuto della domanda di iscrizione all'anagrafe. A quel punto Ahmed Ashfaq si è posto il problema di ospitare il fratello, dal momento che è necessario dichiarare la presenza di una persona entro 48 ore dal suo ingresso in casa.

La dichiarazione porta data 27 luglio, ma il 19 agosto viene notificato un verbale di sanzione (datato 29 luglio) di 325 euro (se versati entro 60 giorni per mezzo di bollettino già allegato) a Ahmed Ashfaq, poiché il Comune ha accertato che Ashraf Thair è presente comunque a Palosco già dal 5 giugno (data in cui è stata presentata la domanda di residenza).

«La dichiarazione di ospitalità - spiega Mirco Rota, segretario generale della Fiom-Cgil, che sta seguendo la vicenda - non è stata presentata dal cittadino pachistano perché aveva fatto richiesta di iscrizione della quale riteneva di avere diritto, come è stato riconosciuto dall'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali del Dipartimento per le Pari opportunità in una lettera inviata al sindaco di Palosco».

In merito a questo scritto, Massimo Pinetti commenta di «aver avuto un chiarimento verbale con il funzionario del ministero e che l'amministrazione è assolutamente serena in merito alla questione». Riguardo alla sanzione, il primo cittadino di Palosco afferma che «se la polizia locale ha elevato una multa, lo avrà fatto legittimamente, per altro sanzioni di quel tipo sono numerose».

«Cogliamo - aggiunge Rota - una sorta di accanimento nei confronti di questi cittadini. Stiamo valutando di far ricorso sia contro la sanzione sia contro il rigetto dell'iscrizione all'anagrafe, con una probabile richiesta di risarcimento danni» come suggerito dal parere dell'Unar. Parere in cui si legge che «trattandosi di comportamento discriminatorio, esso legittima la vittima della discriminazione alla tutela giurisdizionale consentendole di esperire l'azione innanzi al giudice ordinario e ottenere non solo la rimozione della discriminazione ma anche il risarcimento dei danni (morali) subiti in seguito a quel comportamento», così come è stato chiesto al capo di gabinetto della Prefettura in un incontro.

Ashraf Thair spiega che la sua difficoltà a ottenere la residenza sta pregiudicando anche la possibilità di trovare un lavoro: «Un'azienda di Mornico al Serio era disponibile ad assumermi, ma mi ha chiesto la carta d'identità e residenza, così ho perso un'occasione». «Siamo preoccupati per quello che sta accadendo, segnaliamo per esempio che in un foglio informativo della Lega Nord di Martinengo si fa riferimento alla vicenda di Palosco sostenendo che il giovane, senza reddito e lavoro, ha fatto richiesta in Comune di un sussidio, circostanza non vera. Il foglio informativo si domandando inoltre se il sindacato non abbia altri lavoratori da difendere...» aggiunge Mirco Rota, ribadendo che l'ufficio legale della Cgil di Brescia deciderà nei prossimi giorni come muoversi.
 Laura Arnoldi

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