Violenza ultrà, filmati al setaccio
Oggi c'è un vertice al Viminale

Procedono senza sosta le indagini della polizia sugli episodi di violenza scoppiati mercoledì sera alla «Berghèm Fest» di Alzano, dove un gruppo di circa 400 ultrà atalantini era arrivato per protestare contro il ministro Maroni e la tessera del tifoso.

Anche domenica gli agenti della Digos hanno analizzato i filmati e le fotografie dei disordini per cercare di identificare coloro che hanno lanciato bottiglie, petardi, bombe carta e incendiato delle auto: il compito non è facile perché gli autori del raid erano tutti a volto coperto, ma qualche risultato potrebbe arrivare incrociando le immagini con altre informazioni raccolte dagli investigatori.

Nel frattempo, lunedì mattina alle 10 al Viminale, il capo della polizia Antonio Manganelli farà il punto sul primo fine settimana della tessera del tifoso, sulla base delle informazioni trasmesse dai questori delle città coinvolte, tra cui anche Bergamo.

Le indagini sui fatti di Alzano fino ad ora hanno portato alla denuncia di 44 persone - per il solo reato di radunata sediziosa e manifestazione non autorizzata - nei confronti delle quali la questura ha già annunciato che scatterà anche il Divieto di accedere alle manifestazioni sportive (Daspo): lo «stop» alle partite può durare fino a un massimo di cinque anni, i provvedimenti sono in corso di redazione per essere notificati ai destinatari.

Nei giorni scorsi la polizia ha anche effettuato numerose perquisizioni a casa dei tifosi, in particolare di «noti appartenenti alla tifoseria ultrà atalantina, già riconosciuti come partecipanti al corteo non autorizzato», aveva scritto la questura in un comunicato ufficiale diffuso sabato per fare il punto sulle indagini.

Le verifiche nelle abitazioni, aveva reso noto sempre la questura, hanno permesso agli agenti di trovare e sequestrare alcuni fumogeni. Il numero degli indagati e dei destinatari dei Daspo potrebbe aumentare nei prossimi giorni. Anche oggi infatti la Digos proseguirà il lavoro di identificazione dei violenti e non si esclude che possa esserci un'ulteriore accelerazione delle indagini, che vengono condotte in collaborazione con i poliziotti dell'Ucigos di Roma, investigatori con specifiche competenze nel contrasto al fenomeno della violenza degli stadi.

Le violenze, lo ricordiamo, sono scoppiate mercoledì sera alla «Berghèm Fest» di Alzano. Circa 400 ultrà erano arrivati per manifestare contro il ministro dell'Interno Maroni - presente con Calderoli e Tremonti alla festa organizzata dalla Lega - e contro la tessera del tifoso. Il ministro si era detto disponibile a ricevere una piccola delegazione di tifosi per ascoltare le ragioni della contestazione, ma a quel punto la frangia più estremista degli ultrà – che secondo le indagini era arrivata con il preciso obiettivo di creare disordini – ha alzato la posta: «O ci riceve tutti e 400 o niente», è stata la richiesta che ovviamente non è stato possibile accogliere.

A quel punto una ventina di violenti che si trovava in fondo al corteo a volto coperto (il resto del gruppo era a volto scoperto) con bottiglie, bombe carta e sassi è riuscita a farsi seguire da un'altra cinquantina di ultrà fino al retro dell'area feste e all'ingresso autorità: da una cinquantina di metri è cominciato un fitto lancio di bombe carta e altro, mentre qualcuno dava alle fiamme quattro auto.

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