A Parre dà rifugio a un latitante
Arrestato per favoreggiamento

Ha messo a disposizione di un boss latitante il villino di famiglia a Parre, in via Libertà, dove un boss mafioso ha trovato rifugio nel 2009. È stato quindi arrestato l'ex militante dei «Comunisti organizzati per la liberazione proletaria» (Colp) Graziano Bruno Bianchi: l'accusa è di favoreggiamento aggravato nei confronti del boss di Cosa Nostra Gaetano Fidanzati, catturato il 5 dicembre scorso nel capoluogo lombardo.

Bianchi era già stato indagato subito dopo l'arresto di «Don Tanino» lo scorso dicembre e ora le indagini da parte degli agenti della Squadra Mobile di Milano sono proseguite con l'arresto sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare. Il 51enne milanese, con precedenti, tra l'altro per partecipazione a banda armata, estorsione e armi, è accusato di favoreggiamento aggravato.

Dagli accertamenti è infatti emerso che il figlio di Bruno Bianchi, proprietario del villino di via Libertà 6, uno chalet nascosto dietro gli alberi che sovrastano la provinciale di Ponte Selva e l'abitato di Parre, è Graziano Bianchi: cinquantenne, all'inizio degli Anni Ottanta - quando aveva 23 anni - era stato arrestato per associazione sovversiva e partecipazione a banda armata. Studente in giurisprudenza, era militante dei «Comunisti organizzati per la liberazione proletaria», più noti come Colp, gruppo guidato da Giulia Borelli e nato da una costola di Prima Linea. Ex terrorista, Bianchi è l'autore, nel settembre 1982, dell'attentato alla sede della Comunità israelitica di Milano.

Quella di Bianchi è una famiglia di tradizione partigiana e Graziano ha anche avuto un ruolo nella fondazione dei «Boys san», il gruppo storico della curva interista. Già negli Anni Settanta era stato arrestato per porto abusivo d'arma. Entra nel giro dei locali notturni milanesi e, negli Anni Novanta, fonda una società di eventi con l'amico Franco Caravita, oggi leader della curva interista. Proprio in quel periodo e in quell'ambiente Graziano Bianchi entra in contatto con il clan Fidanzati, conoscendo il figlio del boss Tanino. La notte di Natale del 1995 Bianchi viene di nuovo arrestato: le accuse sono lo spaccio di soldi falsi e l'usura. Più recentemente nel processo alle nuove Brigate rosse, emerge che Bruno Ghilardi, ex militante del Colp condannato a 11 anni, avrebbe incontrato proprio Guglielmo Fidanzati, figlio di Gaetano. Un intreccio tra mafia e terrorismo, dai contorni ancora da chiarire. Intanto ora Bianchi deve rispondere anche del favoreggiamento della latitanza del boss.

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