Processo contro Laura Pausini
Rinviata udienza di smistamento

L'udienza di smistamento del processo che vede la nota cantante Laura Pausini accusata di diffamazione a mezzo stampa è stata rinviata al prossimo 30 novembre, quando si deciderà dunque l'inizio del processo vero e proprio, perché la notifica del decreto di rinvio a giudizio non è arrivato a uno dei tre imputati, la giornalista Maria Latella. Oltre alla cantante c'è anche imputata la giornalista Candida Morvillo.

La vicenda, piuttosto travagliata dal punto di vista giudiziario, risale al 2007: in un'intervista comparsa sul numero 23 della rivista, a giugno, la giornalista a un certo punto aveva fatto una domanda in relazione all'ex fidanzato della Pausini, facendo riferimento a un presunto furto di denaro. La cantante aveva risposto in modo vago ma senza smentire l'affermazione, limitandosi a dire che c'era una causa in corso ma che era meglio non parlarne.

L'ex fidanzato, letta l'intervista, aveva sporto querela per diffamazione: il fascicolo era finito alla Procura di Bergamo per competenza territoriale, in quanto la rivista era stampata alla tipografia Eurogravure di Treviglio. Era stato quindi chiesto il rinvio a giudizio: il tenore di quella parte dell'articolo, infatti, secondo l'accusa, poteva indurre a ritenere che effettivamente ci potesse essere una causa per furto in corso contro Cerruti.

Cosa non vera: anzi, era stato lo stesso Cerruti a promuovere una causa civile, per un contenzioso contrattuale, contro l'ex fidanzata. In una prima fase, davanti al giudice dell'udienza preliminare Patrizia Ingrascì, a giugno 2009, il Tribunale aveva dato ragione alla cantante e alle giornaliste, pronunciando sentenza di proscioglimento. Parte offesa e Procura generale di Brescia, però, avevano fatto ricorso per Cassazione. A marzo scorso la decisione della Suprema Corte, che aveva cassato la sentenza in questione con rinvio per una seconda valutazione.

Lo scorso 10 giugno i difensori avevano chiesto al gup di decidere col rito abbreviato, ma il giudice aveva respinto la richiesta: non sarebbe infatti stato possibile, in quella fase, chiedere un rito come l'abbreviato, ma solo rivalutare la fondatezza, magari sotto altri profili, dell'iniziale proscioglimento. Per questo il gup Petillo aveva il rinvio a giudizio.

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