Treviglio, lavori anticromo
al via: si amplia la rete idrica

Inizieranno lunedì mattina nella zona Nord di Treviglio i lavori di estensione della rete idrica collegata all'acquedotto cittadino, necessari per garantire ad alcune famiglie che usano pozzi privati di consumare in sicurezza acqua pura per uso alimentare e non contaminata da cromo esavalente.

Gli operai della Cogeide, la società che gestisce la rete idrica cittadina e di altri quaranta comuni della Bassa, entreranno in azione per predisporre gli scavi e i conseguenti allacciamenti, soprattutto alla frazione Battaglie, dove appunto nei mesi scorsi era stata rilevata dall'Arpa la preoccupante presenza di sostanze contaminanti nel sottosuolo.

Sta quindi per essere risolto il problema della fornitura di acqua potabile agli utenti di via Bergamo, i cui pozzi privati sono stati interessati dal secondo plume di inquinamento da cromo esavalente proveniente dalla Cromoplastica international, la ditta di Verdellino che avrebbe provocato l'inquinamento con sostanze chimica ma già in campo per avviare gli interventi di bonifica.

Dopo alcuni mesi di disagio, con il precauzionale ricorso all'acqua in bottiglia per l'uso alimentare, gli utenti della zona limitrofa alla ex strada statale 42 tireranno un sospiro di sollievo e a breve avranno l'allacciamento all'acquedotto comunale. I lavori avranno un costo complessivo di 195 mila euro di cui 45 mila a carico del Comune di Treviglio come deliberato dall'amministrazione comunale il 9 agosto scorso. 

Un intervento sul quale da tempo erano rivolte le attenzioni del sindaco di Treviglio, Ariella Borghi, in prima linea per garantire alle utenze private di quella zona della città di usare acqua in tutta sicurezza, per ovviare al potenziale danno del cromo esavalente. Una questione, quella della falda acquifera inquinata, che si porta avanti ormai da una decina d'anni e che ora ha toccato il culmine con la rilevazione da parte dell'Arpa di un nuovo plume di inquinamento causato dalla ditta chimica di Verdellino che ha presentato a sue spese il disegno di bonifica.

Una contaminazione che ha interessato anche le falde acquifere dei comuni di Ciserano, Arcene, Castel Rozzone e Treviglio. Per attuare i lavori di bonifica anche la Regione è scesa in campo mettendo a disposizione cinque milioni di euro, nei prossimi tre anni, per realizzare una barriera idraulica a Ciserano, luogo del primo e determinate inquinamento causato dieci anni fa da una ditta che trattava il cromo.
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