Tagli agli insegnanti di sostegno
Ma gli alunni disabili aumentano

La coperta è sempre più corta e a forza di tirarla da un parte e dall'altra sono rimasti i brandelli. Soldi non ce ne sono più e ce lo ripetono come un mantra, quindi si può «sparare» fino a un certo punto su chi controlla i cordoni delle borse, dal ministero giù fino agli enti locali. Però, come dice Laura Ferretti, dirigente delle scuole di Grumello, Telgate e Castelli Calepio, «i progetti di integrazione per gli alunni disabili non sono la ciliegina sulla torta: fanno parte della torta».

Si riferisce, senza nessuna vena polemica, alle razionalizzazioni – va bene anche tagli – agli insegnanti di sostegno (che competono agli Uffici scolastici) e agli assistenti educatori (pagati dai Comuni). «Riduzioni – dice Luigi Roffia, dirigente dell'Ufficio scolastico provinciale – che ammontano a poche decine di posti per il sostegno, anche se per alcuni specifici casi stiamo ancora trattando con l'Ufficio regionale per vedere cosa riuscire a portare a casa».

Alle tasche vuote da una parte corrisponde, quest'anno, quella che dall'Ufficio scolastico regionale definiscono (poco felicemente) un'«anomalia» lombarda: un aumento consistente di alunni disabili e addirittura il raddoppio di quelli con il certificato di handicap grave. Questi i numeri: nell'anno 2008/2009 le scuole bergamasche – dall'asilo alle superiori – hanno accolto 2.936 alunni disabili, di cui 239 gravi; i posti per gli insegnanti di sostegno sono stati complessivamente 1.491 (attenzione: posti non equivale a insegnanti, perché possono essere più di uno i docenti che «coprono» l'arco orario previsto per un solo posto).

Nel 2009/2010 gli alunni disabili diventano 3.012 (261 gravi), mentre i posti per il sostegno cominciano a calare a 1.469; arriviamo al 2010/2011: nelle scuole bergamasche sono inseriti 3.171 ragazzi con handicap, quelli gravi balzano a 553, più del doppio rispetto all'anno scorso. Mentre gli insegnanti di sostegno continuano a calare: 1.435.

Non numeri enormi, ma togli ore qui, togline là, i docenti sono sempre meno, a fronte del costante aumento dei casi – vertiginoso per quelli più gravi – a cui il sostegno serve.

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