Tempi ancora lunghi
per il sottopasso ferroviario

Terminate le opere sul lato asse interurbano, aperta (sono in corso gli ultimi ritocchi) la nuova rotatoria su via Martin Luther King, a completare il puzzle della viabilità prevista per il nuovo ospedale mancano ora gli interventi verso via Carducci, studiati principalmente per superare l'ostacolo della ferrovia e, dagli ultimi aggiornamenti, ancora lontani dal divenire realtà.

Nei piani del Comune di Bergamo, come è noto, figura la realizzazione di una nuova strada, con relativo sottopasso, che consenta di oltrepassare i binari senza rischiare di fermarsi al passaggio a livello (obiettivo importante soprattutto per le ambulanze e per chi arriva dai quartieri a nord del nuovo ospedale).

I tempi, però, sembrano lunghi: l'opera, il cui progetto preliminare è stato predisposto dagli uffici di Palafrizzoni, era inserita già nel programma delle opere pubbliche di quest'anno, ma al momento non risulta ancora finanziata. Si tratta infatti di un intervento piuttosto oneroso: la cifra da stanziare ammonta a cinque milioni di euro. Non proprio bruscolini, soprattutto di questi tempi. Appare dunque a dir poco improbabile, nonostante lo slittamento di qualche mese dell'apertura del «Beato Giovanni XXIII», che l'opera possa essere pronta in concomitanza con il taglio del nastro dell'ospedale.

Una volta individuato il finanziamento, infatti, vanno calcolati i tempi per redigere il progetto definitivo ed esecutivo (non lunghissimi, si parla di tre mesi), poi i circa sei mesi necessari per l'appalto, quindi il cantiere, la cui durata, secondo una stima preliminare (e perciò puramente indicativa) potrebbe aggirarsi intorno ai 245 giorni. Impensabile, se i numeri sono questi, essere pronti per la prossima estate, quando, secondo le più recenti previsioni, l'ospedale dovrebbe aprire i battenti.

Da Palafrizzoni rimarcano l'utilità dell'opera e assicurano che la ricerca di fondi è in corso («È da fare, ci stiamo lavorando», assicura l'assessore ai Lavori pubblici, Alessio Saltarelli), ma sottolineano pure, con il titolare alla Mobilità e vicesindaco Gianfranco Ceci, che «la viabilità principale per l'accesso all'ospedale è quella sull'altro lato, verso la circonvallazione, ed è stata completata con anticipo. Il pronto soccorso si trova proprio nelle vicinanze di quell'ingresso e, anche dal confronto con l'ospedale, è emerso che comunque le emergenze saranno in grado di raggiungere per tempo la struttura. Ciò non vuol dire, comunque, che non faremo il sottopasso: dobbiamo trovare il modo di finanziarlo, e certamente cercheremo di inserirlo tra le opere per il 2011».

In attesa di poter aprire il cantiere, proseguono i contatti con le Ferrovie per ridurre al minimo i tempi del passaggio a livello: «Ne abbiamo parlato recentemente a Milano con i rappresentanti di Fs, c'è disponibilità a lavorare sia su quell'attraversamento, sia su quelli di Boccaleone e via Moroni – prosegue Ceci -. Per quanto riguarda l'accesso all'ospedale in generale, resta da rinforzare un po' il trasporto pubblico in quella direzione. Il sogno, infine, rimane quello della fermata ferroviaria».

Il progetto per superare i binari prevede la realizzazione di una nuova strada che, distaccandosi dal rondò dove si trova l'Auchan, scenda perpendicolare a via Carducci costeggiando il parcheggio del supermercato e «infilandosi» sotto la ferrovia. Superato l'ostacolo, la strada piegherebbe quindi verso ovest, per ricongiungersi con via King, dove si trova uno degli ingressi al «Beato Giovanni XXIII».

E sulla questione del sottopasso, ieri, nel corso del sopralluogo in cantiere alla Trucca sia il sindaco sia i vertici dell'ospedale, sollecitati, hanno fatto ulteriori precisazioni. «C'è un grossissimo problema finanziario – ha evidenziato il primo cittadino Tentorio – . Quello che ci conforta, comunque, è che la realizzazione del nuovo sottopasso non è comunque essenziale per l'apertura della struttura e lo slittamento della realizzazione non dovrebbe influire sulla viabilità dell'utenza verso l'ospedale. Il passaggio a livello dura poco, e non è comunque quello il tragitto di ambulanze ed urgenza».

Sulla stessa linea i vertici dei Riuniti. Il direttore generale Carlo Bonometti: «Il sottopasso serve, ma non è necessario sia contestuale all'apertura dell'ospedale». E il direttore sanitario Claudio Sileo: «Sia le ambulanze sia le urgenze passeranno obbligatoriamente dall'altra parte, perché la piastra del pronto soccorso ha l'ingresso dalla parte opposta. Certo, in caso di ingorghi sull'Asse potrebbero esserci dei disguidi, ma il sottopasso non è comunque urgente subito».

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