Giustizia: aperto l’Anno, riforma sotto tiro Il Pg di Brescia: carceri troppo affollati

L’anno giudiziario alla Corte d’Appello di Brescia si è aperto in chiave politica, con un duro attacco del Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, Aniello Lamonica, alla riforma dell’ordinamento giudiziario. Nella propria relazione sull’amministrazione della giustizia e l’andamento della criminalità, ha sostenuto che le recenti modifiche «hanno allarmanti coincidenze con le proposte di riforma dell’ordinamento giudiziario contenute nel piano di rinascita democratica predisposto dal Gran Maestro Licio Gelli della loggia massonica P2». Questa affermazione ha sollevato critiche ed è stata giudicata inopportuna in particolare dai rappresentanti delle Camere Penali e dell’Ordine degli avvocati di Bergamo (rispettivamente Marco Tropea e Ettore Tacchini). I magistrati intervenuti alla solenne cerimonia bresciana - non si è svolta, come di consueto, nell’Aula della Corte d’Assise, perché dichiarata inagibile dopo il terremoto - avevano in mano ciascuno una copia della Costituzione, gesto anche questo in polemica con la riforma della giustizia.

In un passaggio della relazione, che considerava un arco di tempo dal luglio 2003 al giugno 1004 e la situazione dell’intero distretto (comprende Brescia, Bergamo, Crema, Cremona e Mantova), Lamonica ha accennato tra l’altro alla condizione di sovraffollamento dei carceri di Brescia e di Bergamo. In via Gleno, comunque, anche in seguito alla clamorosa evasione di due carcerati, c’è stato il recente trasferimento di 80 detenuti in altre strutture.

(15/01/2005)

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