Malpensata «alla deriva»
Monta la protesta della gente

Tra Morla e verde, il paesaggio è anche bucolico. Peccato che quella siepe per i residenti sia diventata una specie di muro del pianto. Via Jacopo da Balsamo, periferia della periferica Malpensata, qui ci si arriva solo per andare all'istituto «Pesenti» (in fondo a via Ozanam) o perché ci si abita. Oppure, terza pratica sempre più diffusa, per affari poco leciti (spaccio e furti) e poco consoni al buon costume (scene a luci rosse). Ed è quello che lamentano i cittadini che vivono nei palazzi sorti negli Anni Novanta. Per lo più giovani famiglie italiane che, con una petizione, porta a porta e apoliticizzata, hanno raccolto oltre cento firme.

I residenti chiedono quindi al Comune di rimuovere la siepe, per lasciare più libera la visuale, abbozzando anche una proposta: una pista ciclabile che corra lungo l'argine e si ricolleghi con via Gavazzeni.

Il parco del quartiere è desolatamente vuoto (con le toilette fuori uso e transennate, usate come «luogo d'appuntamento» con le prostitute; un canestro penzolante), usato più che altro per raggiungere via Mozart e Leoncavallo.  Ma oltre alla sicurezza, si soffre il tarlo della viabilità: su via Zanica e la stessa via San Giovanni le auto sfrecciano, tagliando il quartiere in più parti.

E intanto tensione alle stelle anche nelle case popolari di via Luzzati, sempre Malpensata. I rubinetti dei gazebo per la raccolta rifiuti nei cortili sono stati tolti da poco: qualcuno li usava per fare la doccia, il pomeriggio, davanti ai bambini. Da qualche tempo in questa zona non si dorme più. I vicini una volta, nelle case popolari, si aiutavano a vicenda e lasciavano le porte aperte: ora si è blindati in casa e si ha paura. Soprattutto gli anziani subiscono in silenzio.

Duecentocinque le famiglie che vivono nel complesso residenziale. Tante situazioni diverse: si va dagli inserimenti psichiatrici ai casi sociali; fino alle presenze straniere che ormai superano il 30%. Una convivenza che si fa sempre più difficile.

Pochi passi più in là la situazione non cambia. In via Don Bosco è Ilario Marcati a farsi portavoce del malessere crescente tra le 48 famiglie residenti nelle case popolari.

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