Bullismo alla stazione
La situazione è borderline

Per loro non è una novità. Dei «furbetti» delle Autolinee o della zona Mc Donald's (la localizzazione varia, ma il risultato non cambia) gli operatori che fanno capo a don Fausto Resmini e al progetto del Patronato San Vincenzo si erano già accorti da un pezzo: almeno tre, quattro mesi fa.

Inevitabile, quando questo microcosmo lo conosci come le tue tasche e sei in grado di leggerne ogni minima sfumatura. Una baby gang? Se per baby gang si intende un'aggregazione di giovanissimi dove il bullismo è la regola e di tanto in tanto qualcuno supera anche il labile confine tra lecito e illecito sì.

Intendiamoci: non tutti visto che ieri diversi ragazzi si sono presentati in redazione e hanno tenuto a precisare che loro, pur frequentando questo gruppo, non hanno mai commesso alcun reato. Nessun dubbio. Anche se però i rischi di certe compagnie e soprattutto della frequentazione di certi luoghi, o «non luoghi» come spesso vengono definiti, si conoscono bene. Al punto che proprio il Patronato, negli ultimi mesi, aveva alzato le antenne.

«Da parecchie settimane – spiega Antonio Semperboni operatore del progetto Esodo, il camper che opera alle Autolinee – stiamo monitorando questa situazione. Si tratta di un gruppo eterogeneo dove si trovano sia italiani che stranieri di seconda generazione, in genere regolarmente iscritti alle scuole. Il problema è che, in molti, si sganciano dalle lezioni, uscendo prima o non frequentando, e si rendono protagonisti oppure complici di atti al limite tra legalità e illegalità; un limite che, quando viene superato, si traduce in furti di bici o vestiario, piccolo spaccio e taccheggio».

Con tutti i rischi, naturalmente, che questa situazione borderline, come viene definita dagli addetti ai lavori, comporta.

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