Crespi, tornerà a funzionare
la centrale idroelettrica «gioiello»

È partito il conto alla rovescia perché la centrale idroelettrica di Crespi d'Adda torni a spalancare le sue porte. Ma non si tratta solo di mostrare le sue bellezze. La centrale tornerà anche a funzionare, con rendimenti tutt'altro che da museo.

È partito il conto alla rovescia perché la centrale idroelettrica di Crespi d'Adda torni a spalancare le sue porte. Ma non si tratta solo di mostrare le sue bellezze. La centrale che ha costituito il cuore pulsante di Crespi, del villaggio ideale voluto dai capitani d'industria, tornerà anche a funzionare. E con rendimenti tutt'altro che da museo.

La centrale, che per terra ha perfino il parquet, si avvia infatti verso il recupero. Che è anche un restauro, perché i Crespi non avevano badato a spese quando nel 1908, abbandonando il funzionamento meccanico, hanno fatto costruire il polo idroelettrico per sfruttare la portata dell'Adda (anche 60 metri cubi al secondo), non solo l'hanno dotato di tre turbine all'avanguardia, ma hanno anche pensato per la sala macchine a un ambiente degno del contesto in cui si collocava.

Ecco così parquet, affreschi, ceramiche sui muri. Una centrale dall'aspetto unico, in tema col villaggio che dal 1995 è patrimonio Unesco, e che ora vive sulla pelle segni di abbandono e non solo. Negli anni, infatti, è stata letteralmente presa d'assalto dai ladri di rame che hanno, poco alla volta, asportato anche i più piccoli tasselli.

Ferma da 15 anni, perché i livelli di efficienza con quei macchinari erano quelli che erano, la centrale sull'Adda ora sarà recuperata. A dare il via all'operazione Adda Energi Srl, che in provincia sta portando avanti altre opere di ammodernamento di strutture idroelettriche (una su tutte quella di Fara d'Adda). Il manufatto è stato acquistato per mezzo milione di euro quando, a inizio anno, la Texfer (ex Legler) l'ha messo all'asta.

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