Piano regionale sociosanitario
La soddisfazione di Bresciani e Boscagli

Con 38 voti a favore, 23 contrari e 4 astenuti, il Consiglio regionale ha approvato oggi il Piano Socio Sanitario. Il documento detta le linee programmatiche per il settore sanitario e sociale per i prossimi anni.

L'assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, nell'esprimere "grande soddisfazione" per la conclusione dell'iter di questo importante provvedimento - "che prosegue l'azione del precedente introducendo elementi di miglioramento continuo della qualità del sistema" - ha sottolineato i punti cardine del documento.

Primo, "portare la medicina, cioè le cure, più vicine al paziente sul territorio, introducendo la funzione territoriale degli ospedali accanto a quella classica". L'ospedale, secondo l'assessore, può essere paragonato a un polipo, con la "testa tecnologica" che permette di eseguire diagnosi e cura di alta complessità e i bracci, che rappresentano la funzione territoriale, nel cui ambito si garantiscono diagnosi e cure di primo e secondo livello di complessità. "Sostanzialmente - ha spiegato Bresciani - abbiamo costruito l'organizzazione su tre livelli, l'ospedale inteso in senso classico, la funzione territoriale degli stessi ospedali e i medici di medicina generale".

Secondo, "la rete provinciale degli ospedali". Gli ospedali non sono più "monadi" ma "esprimono funzioni di alto, medio e basso livello: in questo modo abbiamo realizzato la rete per intensità di cure nell'ospedale e tra gli ospedali". Nella rete ci sono i nodi (le stesse funzioni) e i cluster (reti di patologia come quello oncologico, cardio-cerebro-vascolare o altri).

Terzo, la "sfida delle cronicità". "Attraverso un sistema di teletrasmissione dei dati o in strutture ospedaliere più agili - ha aggiunto Bresciani - noi vogliamo monitorizzare i pazienti cronici e saremo in grado di verificare quando la cronicità si sta destabilizzando, in modo da intervenire con lo specialista o con il medico per evitare che si vada verso le acuzie e l'ospedalizzazione". "E' necessario quindi - ha sottolineato Bresciani - sviluppare la scienza della teletrasmissione dei dati clinici.

Da qui la piattaforma tecnologica della Regione Lombardia che è costituita dal Sistema sanitario, che applica i raggiungimenti scientifici, dal sistema universitario e delle ricerca, dall'industria che presenta i progetti e da Finlombarda per gli aspetti economici e finanziari: i 'quattro moschettieri' creano un sistema nuovo che è quello appunto dello sviluppo tecnologico della Regione Lombardia".

"Il Piano Socio Sanitario - è il commento dell'assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale, Giulio Boscagli - fa fare dei passi avanti importanti alla complessiva politica regionale nel campo della sanità, del sociale e ovviamente nell'ambito socio sanitario". "Per quanto riguarda il mio assessorato in particolare - ha aggiunto Boscagli - posso dire che è stato fatto un passo avanti nel processo di semplificazione. La famiglia, con le sue problematiche e i suoi bisogni è al centro; la semplificazione dei percorsi che portano ad incrociare le diverse risposte a questi bisogni è quindi fondamentale e il Piano prevede proprio questo".

"Particolare attenzione - ha proseguito l'assessore - è stata quindi posta al sostegno della famiglia e alla natalità. Recentemente abbiamo approvato il fondo Nasko; nel Piano trova ampio spazio il sostegno della natalità che rimane una delle nostre priorità. Sono previste anche alcune forme innovative come la mutualità famigliare che prevede che diverse famiglie si possano mettere insieme per affrontare i bisogni".

"Noi abbiamo un'eccellenza - ha concluso Boscagli - a livello di strutture, che non ha nessun altro in tutta Italia. Mi riferisco alle diverse RSA, CDI e alla politica di assistenza domiciliare. Con questo provvedimento viene affrontato il tema delle cosiddette cure intermedie: uno spazio nuovo che metteremo a punto nei prossimi mesi per quelle tipologie di bisogno che ancora non sono soddisfatte". (Ln)

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