Un cartello: «Occhio per occhio»
Il sindaco: «Mai caccia all'uomo»

«Occhio per occhio, dente per dente»: è il cartello esposto da un automobilista di passaggio davanti alla casa della famiglia Gambirasio in via Rampinelli. «Non ne possiamo più di questi immigrati - ha commentato l'uomo riferendosi al marocchino accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio -, devono tornarsene a casa loro». Un cartello con la scritta: «Marocchini fuori da Bergamo» è apparsa a un cancello a meno di un centinaio di metri da casa Gambirasio.

Il sindaco di Brembate Sopra, Diego Locatelli, intervistato in precedenza telefonicamente da Sky Tg 24, aveva parlato del senso di ostilità emerso qua e là in questi giorni: «La nostra comunità non reagirà mai con una "caccia all'uomo": siamo uniti, solidali, abbiamo speranza. La caccia all'uomo non è nella nostra natura, né in quella della nostra terra. E non c'è una preoccupazione generalizzata ma soltanto episodica. Noi intanto continuiamo a sperare, vediamo gli esiti dell'indagine».

Le scritte di insofferenza nei confronti degli immigrati si sono però moltiplicate nel corso delle ore a Brembate Sopra e alla periferia di Bergamo. «Immigrati fuori da Bergamo» era scritto su un lenzuolo bianco, mentre scritte volgari nei confronti di extracomunitari sono state stampate su alcuni fogli di carta. Un uomo è scorazzato in bicicletta per le via di Brembate Sopra con lo striscione «Marocchini fuori da Bergamo» fin quando il vicesindaco non l'ha invitato a desistere.

«Lasciatecelo in piazza a Brembate», «noi non abbiamo mai cercato niente, loro vengono qui a rubarci il lavoro e violentarci le donne», «ci vorrebbe la legge del taglione»: sale intanto la rabbia tra i gruppi di Facebook nati nei giorni scorsi dopo la scomparsa di Yara Gambirasio, gruppi che sono arrivati a contare decine di migliaia di fan.

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