Yara, il parroco di Brembate Sopra:
rinfaccio al Signore il suo silenzio

«La nostra comunità sta vivendo uno dei momenti più dolorosi della sua storia, per una vicenda che ha portato il nostro paese sulle prime pagine dei giornali e nelle prime notizie dei telegiornali».

«La nostra comunità sta vivendo uno dei momenti più dolorosi della sua storia, per una vicenda che ha portato il nostro paese sulle prime pagine dei giornali e nelle prime notizie dei telegiornali. Grazie a Dio ci sono giornali che con i loro articoli ci aiutano a “leggere” con verità e con una visione di fede questo avvenimento. Sì, perché la vita e la storia cambiano a seconda degli occhi con cui le si guarda». Lo scrive il parroco di Brembate Sopra, don Corinno Scotti, in una luna lettera che L'Eco di Bergamo pubblica questa mattina in prima pagina.

«In casa di Maura e di Fulvio - scrive tra l'altro don Scotti - non ci sono curiosi. E la porta è sempre aperta agli amici che fanno loro visita. Anzi, questo lo dicevo nella veglia di sabato scorso, chi va in quella casa entra con l'angoscia, preoccupato di quanto debba dire loro, e ne esce rasserenato (...). Ed è commovente sapere che la mamma due volte al giorno porta un thermos di caffè ai vigili che stazionano davanti alla casa.

(...) Ma, caro direttore, lasci che le dica che cosa è stata la veglia di preghiera per la nostra comunità sabato scorso. Ne avete riferito ampiamente. Ma non ci sono parole per dire l'intensità e il segno che ha lasciato nella comunità. Ho detto con forza, quasi gridando, che questo è un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio e che ho la speranza che vengano scoperti e arrestati al più presto i colpevoli. Ho anche detto che nessuno è innocente. C'è una perversa solidarietà con il male che ci rende cattivi e ostili gli uni verso gli altri. Certo, noi non arriviamo a commettere certi delitti, ma anche la nostra cattiveria contribuisce a mettere semi di morte nel mondo. Solo lui, il Signore, è l'innocente, colui che non nuoce, anzi s'è fatto lui stesso peccato per liberare noi dal peccato. Ho anche rinfacciato al Signore il suo silenzio: “Se non ascolti noi, che pure siamo tuoi figli, ascolta almeno le preghiere dei bambini, del vescovo, delle suore di clausura, delle mamme di Brembate Sopra”».

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