Yara, ancora indagini in palestra
Nuove ricerche ma nessuna novità

Ancora ricerche, sempre più estese, e ancora riunioni tra gli inquirenti. È passato così il 17esimo giorno di ricerche di Yara Gambirasio, scomparsa venerdì 26 novembre. La ragazza sembra essersi volatilizzata nel nulla: pochi indizi, nesuna prova, ma le ricerche non si fermano, così come gli incontri tra gli inquirenti che nella giornata di lunedì 13 dicembre si sono incontrati in procura per una riunione fiume. Si indaga ancora sui frequentatori della palestra e sulle persone che vi lavorano. Al vaglio le 15mila telefonate di venerdì sera.

Ancora ricerche, sempre più estese, e ancora riunioni tra gli inquirenti. È passato così il 17esimo giorno di ricerche di Yara Gambirasio, scomparsa venerdì 26 novembre. La ragazza sembra essersi volatilizzata nel nulla: pochi indizi, nesuna prova, ma le ricerche non si fermano, così come gli incontri tra gli inquirenti che nella giornata di lunedì 13 dicembre si sono incontrati in procura per una riunione fiume.

Intanto le ricerche della ragazzina si sono estese a Curno, nel quartiere della Dorotina, a Mozzo, a Ubiale Clanezzo e Sedrina, fino a Zogno. Protezione civile, carabinieri, polizia locale e vigili del fuoco continuano a setacciare boschi e campi alla ricerca di indizi e di tracce utili alle indagini. Sempre più sfruttata anche la tecnologia: georadar, screening delle telefonate, controlli dei computer e ora anche le riprese satellitari. Gli investigatori hanno preso in esame alcuni fotogrammi forniti dalle riprese satellitari, purtroppo senza alcun esito. Indagini sono effettuate anche sulle telecamere lungo l'autostrada, mentre prosegue lo screening delle telefonate agganciate alle celle dei paesi vicino a Brembate. Si segue anche la pista del sequestro di persona e questa porterebbe in Svizzera, ma la momento non vi sono riscontri.

Carabinieri e protezione civile sono stati impegnati tutto il giorno in Val Brembana e in Valle Imagna nei boschi, lungo le rive del fiume Brembo e nelle campagne.  Al momento si esclude anche la pista satanica rimbalzata sulle cronache dei quotidiani e riprese da radio e tv. «Non vi sono elementi - dicono gli investigatori - che portino a una vicenda a sfondo satanico». Gli stessi investigatori smentiscono di aver richiesto informazioni alla Procura di Busto Arsizio che si occupò dell'inchiesta delle cosiddette «bestie di satana». Ricerche anche ad Ambivere e Mapello, fino a Pontida con una 50ina di persone in azione tra la suadra mobile della polizia, il reparto prevenzione crimine di Milano, la polizia locale della Provincia di Bergamo, la guardia forestale e la protezione civile.

In mattinata intanto si è tenuto un vertice in Procura alla presenza del Procuratore e del magistrato che indaga sulla scomparsa di Yara, dei carabinieri e degli agenti della Mobile. L'incontro, che è terminato alle 16.30, è servito per fare il punto sugli accertamenti. Si è saputo anche che gli investigatori hanno chiesto informazioni al Gico della Guardia di Finanza che aveva condotto le indagini che portarono all'arresto di due fratelli bergamaschi per riciclaggio e traffico di stupefacenti. Nei giorni scorsi era stata indicata l'ipotesi di un collegamento tra il lavoro del padre di Yara e la vicenda, ma anche questi accertamenti non hanno trovato alcun riscontro.

Nel frattempo si indaga sui frequentatori della palestra di Brembate Sopra: su chi lavora all'interno del centro sportivo e su chi venerdì sera era all'interno della struttura. Al vaglio anche le 15 mila telefonate che sono state effettuate la sera della scomparsa nelle tre celle che coprono il territorio di Brembate.

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