Le nuove nomine in sanità
La Lega rimescola le carte

A poche ore dalla Giunta regionale che dovrà ratificare le nuove nomine dei direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere lombarde, le carte si sono rimescolate proprio nel momento in cui sembrava fosse stata trovata la quadratura del cerchio.

A poche ore dalla Giunta regionale che dovrà ratificare le nuove nomine dei direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere lombarde, le carte si sono rimescolate proprio nel momento in cui sembrava fosse stata trovata la quadratura del cerchio.

A scombinare tutto, l'improvviso cambio di strategia della Lega, che ha chiesto le poltrone dei più importanti ospedali lombardi, rinunciando invece ai vertici delle Asl, chiamate a lavorare a stretto contatto di gomito con le amministrazioni locali. Fatti due conti, la Lega si è probabilmente accorta che per le «camicie verdi» non sarebbe poi così semplice governare le Asl evitando pesanti attriti con gli enti locali: da una parte i pochi fondi a disposizione per accontentare il territorio, dall'altra un ridotto numero di manager capaci di affrontare (e risolvere) soluzioni spinose avrebbe costretto la Lega a rivedere le proprie posizioni, tanto da presentarsi ai tavoli della contrattazione politica con un elenco di richieste firmato dallo stesso Bossi, spiazzando gli stessi esponenti del Carroccio fino ad allora chiamati a tessere la rete delle intese.

Un atteggiamento che il Pdl non ha gradito e che continuerà a contrastare fino all'ultimo minuto possibile, ribadendo invece le posizioni iniziali: Asl alla Lega, grandi ospedali al Pdl. Va da sé che un simile stato di cose si è ripercosso anche sulla costruenda «geopolitica» sanitaria bergamasca, tuttora in alto mare.

Il Pdl bergamasco (e i primari più in vista dei Riuniti) cercano di tenere la posizione, confermando la propria fiducia all'attuale direttore generale Carlo Bonometti, scelta che non dispiacerebbe nemmeno alla Lega di casa nostra, interessata più che altro a far sì che il trasloco dal vecchio al nuovo ospedale si possa concludere entro la fine del 2011: cambiare il manovratore in una fase così delicata – osservano da Bergamo Pdl e Lega – potrebbe significare una brusca frenata, con tutte le inevitabili conseguenze di un ulteriore allungamento dei tempi per l'inaugurazione del «Papa Giovanni».

Ma da Milano sembrano arrivare forti spinte sulla poltrona di Bonometti tanto da far circolare i nomi di tre possibili sostituti: Luca Stucchi, giovane direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Mantova; Ambrogio Bertoglio, direttore generale dell'Azienda ospedaliera provinciale di Lecco; Carlo Nicora, direttore sanitario dell'ospedale Niguarda di Milano. Tra i tre sembrerebbe proprio quest'ultimo a vantare le maggiori chance qualora Bonometti dovesse fare le valigie.

Ancora nulla di definitivo nemmeno alla guida dell'Asl, che spetterebbe alla Lega, così come la poltrona del direttore generale dell'azienda ospedaliera di Treviglio, oggi di Cesare Ercole. Resta valida la possibilità che Ercole possa essere destinato alla sede di via Gallicciolli e che al suo posto possa arrivare Mara Azzi (dg dell'ospedale di Desenzano del Garda) anche se tornano a circolare i nomi di Maria Cristina Cantù (oggi all'Asl di Milano centro) e di Giuseppe Rossi (direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Lodi).

Si giocherà sul filo di lana pure la riconferma a Seriate di Amedeo Amadeo alla guida dell'Azienda ospedaliera Bolognini.

Alberto Ceresoli

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