«Minitalia Parks and Village»:
anche al forum restano i dubbi

Ancora molte perplessità sul progetto «Minitalia Parks and Village», che prevede la riqualificazione e il rilancio turistico del parco Minitalia a Capriate San Gervasio. Un forum pubblico ha fatto il punto con gli esperti.

Ancora molte perplessità sul progetto «Minitalia Parks and Village», che prevede la riqualificazione e il rilancio turistico del parco Minitalia a Capriate San Gervasio. Un forum pubblico organizzato nella Sede territoriale di Bergamo, è stata infatti presentata la procedura di Vas - Valutazione ambientale strategica di Piani e programmi - promossa dalla Regione.

Gli esperti hanno presentato il rapporto ambientale dell'area soggetta all'accordo di programma. «Il nostro studio sull'impatto del progetto su viabilità e traffico – ha spiegato l'ingegnere Massimo Percudani, del Centro studi traffico Milano – ha rilevato come la mobilità di quest'area sia fortemente condizionata dall'A4. I progetti della Pedemontana e della Brebemi saranno connessi da un Peduncolo che transiterà vicino all'area in progetto e queste due strade eviteranno congestioni. L'unico accorgimento, in vista del potenziamento del bacino dei visitatori, è quello di riuscire a coniugare il trasporto pubblico su gomma e quello ferroviario e organizzare dei pullman che vadano a prelevare, su richiesta, i turisti all'aeroporto o alla stazione ferroviaria».

Mauro Riggio, relatore per Ecoservice, ha invece illustrato il problema dell'inquinamento acustico e atmosferico: «L'incremento del traffico veicolare sulle principali arterie, che si aggira intorno al 13%, non comporta un impatto significativo. Inoltre, vista la distanza dagli insediamenti residenziali, l'apertura serale non costituirà nessuna problematica per gli abitanti dei comuni adiacenti».

«Ancora molti i dubbi sul progetto – ha affermato Luciano Gelfi di Legambiente –, sono state fornite risposte inadeguate alle critiche mosse in precedenza. Non è ancora chiaro quali siano i vantaggi per la comunità, sembra piuttosto il solito business che riempie le tasche delle multinazionali escludendo i cittadini. Inoltre i dati sui quali sono stati eseguiti gli studi vanno aggiornati: risalgono al 2007».

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 20 gennaio

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