Napolitano a L'Eco di Bergamo
«No all'informazione gridata»

«Il giornalismo è antenna sensibile e fattore che influenza nel bene e nel male». Così si è espresso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando ai giornalisti de L'Eco di Bergamo. Accolto dal direttore del quotidiano Ettore Ongis, il Capo dello Stato ha portato il proprio saluto alla redazione e ai consiglieri di amministrazione del gruppo Seaab.

«Il giornalismo è antenna sensibile e fattore che influenza nel bene e nel male». Così si è espresso il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parlando ai giornalisti de L'Eco di Bergamo. Accolto dal direttore del quotidiano, Ettore Ongis, e dal presidente della Sesaab, Emilio Moreschi, il Capo dello Stato ha portato il proprio saluto ai consiglieri di amministrazione guidati dall'ad Massimo Cincera, e a tutta la redazione.

Napolitano si è soffermato sul ruolo dell'informazione, mostrando preoccupazione per quella «gridata cui è difficile sottrarsi» e anche per la distorsione dei fatti reali, nonchè per lo «spazio abnorme che l'informazione televisiva riserva a notizie di cronaca nera e giudiziaria».

Il Capo dello Stato si è detto rammaricato anche per il fatto che l'informazione internazionale e del mondo «è largamente sottaciuta». Da ultimo ha ricordato l'importanza di testate come L'Eco di Bergamo che rappresenta una ricchezza per la gente e ha confidato che il nostro quotidiano dia un contributo controcorrente per invertire la tendenza di quell'informazione gridata di cui aveva parlato inizialmente.

In apertura dell'incontro con la redazione, il direttore Ettore Ongis aveva parlato delle crescenti difficoltà della professione del giornalista, complice la velocità impressa dal mondo dell'informazione online. «Tutti i giornalisti de L'Eco - ha detto - sono impegnati a offrire ai lettori un'informazione credibile e di qualità. Il nostro è un giornale di ispirazione cristiana, e questo significa rispetto della persona».

Ongis si è soffermato anche sulla «deriva nella quale è scivolata parte dell'informazione» e ha ribadito che «i suoi ricorrenti appelli ad abbassare i toni e al rispetto delle istituzioni ci riguardano da vicino». Il direttore de L'Eco ha chiuso ricordando il nostro storico direttore Andrea Spada, amico personale di Papa Giovanni. «Il giornalista - scriveva Spada - non può essere solo un cantastorie, un altoparlante, ma un comunicatore che prima passa la notizia dentro di sé, la vive, la ama, la soffre, ne gioisce»

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