Motovedetta dei carabinieri
ferma per la burocrazia

Altro che controlli. Da più di un mese, per la precisione dal 1° gennaio, la motovedetta dei carabinieri che dovrebbe pattugliare il Sebino è ferma. Motivo? Un inghippo burocratico-amministrativo in Regione di cui, per ora, non si vede la soluzione.

Altro che controlli. Da più di un mese, per la precisione dal 1° gennaio, la motovedetta dei carabinieri che dovrebbe pattugliare il Sebino è ferma. Motivo? Un inghippo burocratico-amministrativo in Regione di cui, per ora, non si vede la soluzione.

Lo scorso anno, per garantire la piena funzionalità di questo importante servizio di sorveglianza e prevenzione, il comando regionale dell'Arma, la Regione e il Consorzio per la gestione associata dei laghi di Iseo, Endine e Moro avevano raggiunto un accordo: Pirellone e Consorzio avevano sottoscritto una convenzione con la quale mettevano a disposizione 20 mila euro per fare in modo che la motovedetta fosse sempre in servizio.

I sindaci del Sebino, di fronte a quella situazione, si erano ribellati e avevano scritto alle Province di Bergamo e di Brescia per trovare una soluzione. «La motovedetta, infatti – ricorda il presidente del Consorzio, Giuseppe Faccanoni – ricopre diverse e importanti funzioni: i carabinieri la usano per controllare e pattugliare il lago, e anche per perlustrare le coste e accertare eventuali reati ambientali».

I carabinieri, insomma, con questa imbarcazione possono, per esempio, fermare chi usa i motoscafi in maniera illecita (o andando troppo forte o sfrecciando troppo vicino alla costa) oppure possono esaminare quel che succede sulle sponde, se ci sono scarichi abusivi nel lago o abusi edilizi in atto.

Tutti i dettagli su L'Eco di Bergamo del 4 febbraio

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