Federconsumatori e «Affittopoli»:
«Più trasparenza anche da noi»

Federconsumatori interviene sulla vicenda delle case del Pio Albergo Trivulzio di Milano affittate - in taluni casi - a prezzi di favore o comunque fuori mercato ai vip e altri personaggi: «Servono trasparenza e buona amministrazione anche da noi».

Federconsumatori interviene sulla vicenda delle case del Pio Albergo Trivulzio di Milano affittate - in taluni casi - a prezzi di favore o comunque fuori mercato ai vip e altri personaggi. «Mentre a Milano infuria l'ennesimo caso in cui si evidenziano comportamenti disinvolti nell'amministrare beni pubblici, o beni avuti in disponibilità perché servissero ad aiutare i cittadini più bisognosi - si legge in una nota - per una curiosa combinazione allo stesso tempo scattano gli aumenti dei canoni per gli inquilini dell'Aler».

«La concomitanza fa venire subito in mente che, prima ancora di sapere se sono stati commessi degli illeciti nell'assegnazione e/o nella vendita degli immobili di cui si parla, una cosa è certa: a pagare gli aumenti dei canoni d'affitto delle case Aler saranno cittadini che si suppone non siano benestanti».

«In tale situazione - prosegue la nota di Umberto Dolci di Federconsumatori - riteniamo utile sottolineare la necessità che, anche nella nostra realtà locale (città e Provincia di Bergamo), si fornisse dimostrazione di trasparenza e buona amministrazione da parte di coloro i quali amministrano i beni pubblici e le risorse destinate a dare sollievo alla persone svantaggiate, pubblicando l'elenco delle proprietà date in affitto o vendute, i relativi canoni e/o prezzi di vendita e i nominativi di coloro che occupano tali proprietà».

«Sul nostro territorio sono innumerevoli le istituzioni che dovrebbero rispondere a questo appello - aggiunge Federconsumatori -, pensiamo all'Aler; a Casa Amica; a quei Comuni che gestiscono un patrimonio immobiliare, ad altri enti pubblici ( ricordiamo il caso, abbastanza recente, di appartamenti in Bergamo, di proprietà dell'Ospedale Bolognini, della cessione dei quali si interessò la stampa locale); ma anche a enti caritatevoli quale è l'Opera Pia Misericordia Maggiore».

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