Un quarantenne ha trovato il corpo
I parenti: «E' sotto choc, non parla»

«È sotto choc, è troppo scosso, non vuole parlare di quello che ha visto». I parenti del testimone del ritrovamento del cadavere della piccola Yara Gambirasio fanno scudo. Vogliono che lo si lasci in pace. E' l'uomo che casualmente ha dato la svolta.

«È sotto choc, è troppo scosso, non vuole parlare di quello che ha visto». I parenti del testimone del ritrovamento del cadavere della piccola Yara Gambirasio fanno scudo. Vogliono che lo si lasci in pace. E' l'uomo che casualmente ha dato la svolta. Un quarantenne che abita in un paese dell'Isola e ieri pomeriggio, mentre si esercitava con un aereo telecomandato, ha trovato i resti della ragazzina di Brembate Sopra scomparsa tre mesi fa.

Alla polizia ha raccontato di averla trovata per caso, perché l'aereo che stava telecomandando è caduto proprio là, a due passi dal corpo. Quando l'ha visto, paralizzato dalla paura e dallo sconcerto, ha chiamato subito il 113 e in pochissimo tempo polizia, carabinieri, scientifica, vigili del fuoco hanno circondato l'area. La ricerca è finita così. Nel modo più tragico. Il quarantenne, visibilmente sotto choc, è stato accompagnato nei locali della questura dove è stato a lungo trattenuto perché raccontasse nei minimi particolari come aveva fatto a trovare il cadavere della piccola.

Agli agenti l'uomo, padre di famiglia, ha ripetuto di essere un appassionato di aereomodellismo. Una passione che lo conduce spesso a battere campi incolti o comunque spazi aperti dove poter far volare in libertà i propri aeromodelli. Così è stato anche ieri pomeriggio. Le condizioni meteo erano giuste e lui voleva proprio provare in quel campo, ai margini di via Bedeschi. Qualche evoluzione in aria, prova e riprova... Poi il piccolo aereo perde quota, finisce sul terreno proprio ai margini del campo incolto. L'uomo posa il telecomando e si incammina per andarlo a riprendere, un gesto che avrà fatto chissà quante volte. Si fa largo un po' a fatica tra le sterpaglie molto alte e tiene lo sguardo basso alla ricerca del modellino, cercando di mantenere la direzione verso il punto esatto della caduta. E proprio lì, a due passi dall'aeroplano caduto, s'imbatte nel corpo, disteso supino, quasi irriconoscibile. Una scena che difficilmente riuscirà a cancellare dalla sua memoria. L'uomo non perde tempo. Chiama il 113. La tragedia di Yara si è consumata.

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