Il papà di Daniel: «Era vicino
Ma non lo hanno trovato»

Era nella villetta di via Salvo D'Acquisto, a Martinengo, Elena Rivola, la mamma di Daniel, quando Pasquale Busetti, il papà, l'ha chiamata al telefono, comunicandole il tragico epilogo, dopo dieci giorni di ricerche. 

Era nella villetta di via Salvo D'Acquisto, a Martinengo, Elena Rivola, la mamma di Daniel, quando Pasquale Busetti, il papà, l'ha chiamata al telefono, comunicandole il tragico epilogo, dopo dieci giorni di ricerche.

Poco prima la mamma era stata contattata per l'ennesima intervista, ma forse avendo sentore di quanto poi è accaduto, non si era dichiarata disponibile, chiedendo per la prima volta di non lanciare appelli.

Poi è arrivata la notizia più tragica. Pur sconvolta dal dolore un paio d'ore dopo Elena Rivola si è messa in viaggio con alcuni parenti e il parroco di Martinengo, monsignor Paolo Rossi. Si sono diretti verso il Canavese, nella zona dove in questi giorni si sono concentrate le ricerche, per ricongiungersi al marito e all'altro figlio David, ma soprattutto per rivedere il suo Daniel per l'ultima volta.

Il papà non riesce a darsi pace per quanto accaduto: è convinto che Daniel avrebbe potuto essere trovato in vita poco dopo il rinvenimento dei suoi scarponcini e del giubbotto, abbandonati a 500 metri di distanza dal suo rifugio. «Continuavo a ripetere - ha detto più volte - che bisognava cercare in quella zona, dove avevano ritrovato gli scarponcini, le calze e il giubbotto. Perché senza quelli non avrebbe potuto allontanarsi troppo».

Secondo Pasquale Busetti la zona poteva essere battuta meglio: «Daniel si è spaventato alla vista dei carabinieri e delle squadre di soccorso, così è fuggito verso il torrente e si è nascosto tra quelle rocce, dove pensava di trovare riparo e invece ha trovato la morte. Chissà perché si sarà liberato di scarponi e giubbotto, ma purtroppo questo non lo sapremo mai».

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