Yara, presenza di un Dna su felpa?
Gli investigatori non confermano

Il sostituto procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri non conferma l'esistenza di una nuova traccia di Dna che i carabinieri del Ris di Parma avrebbero isolato dalla felpa di Yara Gambirasio, come è emerso da indiscrezioni giornalistiche nella mattinata di oggi. «Sarei la prima a saperlo», ha commentato il pubblico ministero. Per le indagini una traccia di Dna, che apparterrebbe anche in questo caso ad una persona sconosciuta agli inquirenti, sarebbe molto più interessante delle due tracce trovate sui guanti, che Yara presumibilmente non indossava al momento del rapimento e dell'aggressione.

Sulle tracce di Dna gli inquirenti puntano molto: anche per questo motivo hanno richiesto a molti residenti di Brembate Sopra e a molte amiche e conoscenti di Yara, di sottoporsi al prelievo di saliva per isolare nuovi profili genetici. Al momento i carabinieri del Ris di Parma lavorano sui vestiti di Yara Gambirasio. La polizia scientifica sugli oggetti che la ragazza aveva con sè: iPod, batteria del telefono cellulare, sim card, e tra quegli oggetti sono finiti anche i guanti. «Per ora stiamo effettuando prelievi di Dna in ambienti circoscritti» ha concluso il pubblico ministero, spiegando che non si sta ancora procedendo a prelievi a tappeto in tutta Brembate di Sopra, ma si lavora per ora ancora sui mondi di Yara: la palestra e il giro di persone conosciute anche dai familiari.

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